• 29/09/2016

E’ necessario rassicurare sindaci su tempi e numeri. Oggi alla Camera audizione del prefetto Cuttaia.

“Il sistema delle caserme non funziona, ma se si vuole l’accoglienza diffusa i Sindaci vanno rassicurati”.

Questo il commento a caldo di Sara Moretto che ha promosso, oggi, l’audizione del Prefetto di Venezia Domenico Cuttaia in Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.

“Il Prefetto ha messo in luce il sistema di accoglienza in Veneto nei suoi aspetti positivi e critici, soffermandosi in particolare sul caso di Cona. Numeri alla mano - prosegue - è evidente che in Veneto, rispetto ai dati delle altre regioni, la situazione è più delicata. Attualmente sono ospitati 12.328 richiedenti asilo: di questi solo 434 sono nella rete Sprar dei Comuni, un numero insignificante e sproporzionato rispetto alle altre regioni. Altri 9.280 richiedenti asilo sono ospitati in strutture temporanee ottenute tramite una convenzione tra la prefettura e i privati; si parla di centri comunque di dimensioni minori”.

Un numero che desta preoccupazione è quello degli ospiti nei centri governativi, ovvero le caserme dismesse: “Ben 2614 sono i richiedenti asilo ospitati in queste strutture, dove si registrano le situazioni più critiche, come a Conetta (Ve), Treviso, Bagnoli (Pd). Di fatto con queste caserme si stanno realizzando degli hotspot regionali, discostandosi dal modello proposto su base nazionale. Molto è dovuto, sicuramente, alla resistenza delle autonomie locali. D'altro canto, va detto che in parte questa resistenza è comprensibile: il clima di confusione non aiuta i Sindaci, che non hanno alcuna certezza sui numeri degli arrivi e sui tempi di permanenza sul territorio. Per questo ritengo necessario, senza coercizioni e imposizioni, dare loro delle rassicurazioni perché possano essere parte di un sistema nazionale di accoglienza diffusa”. 

“Considerato che gli arrivi diminuiranno con l’autunno e accertato che i tempi delle commissioni di valutazione si sono ridotti – aggiunge -, il prefetto ritiene possibile, nel breve periodo, una stabilizzazione delle persone accolte, che potranno essere gestite in maniera più chiara e, perché no, potrebbero anche essere impegnate in attività di volontariato”.

"È chiaro in ogni caso che la gestione degli arrivi non può essere affrontata solo ed esclusivamente dal nostro Paese – conclude Moretto -. L’Europa dovrebbe impegnarsi di più su questo fronte, rispettando innanzitutto l’accordo sulla ricollocazione dei profughi e siglando patti bilaterali per i rimpatri con i Paesi dell’Africa”.