• 03/03/2016

Rivedere il quadro normativo del 1985 (n.752) in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati e le norme fiscali e tributarie connesse, in modo tale da permettere ai raccoglitori occasionali di continuare la loro attività, e di introdurre per i raccoglitori che siano coltivatori diretti o IAP, la possibilità di comprendere il reddito derivato da raccolta, lavorazione e confezionamento, nell’ambito del reddito dell’attività agricola, sia ai fini fiscali sia per quanto concerne l’accesso ai Programmi di sviluppo regionale. Lo chiede al governo il deputato Pd Mino Taricco, componente della commissione Agricoltura, in una risoluzione presentata in commissione.

Nella risoluzione si chiede inoltre l’impegno del governo a: prevedere una procedura e un regime di fatturazione per garantire la tracciabilità del prodotto e assicurarne l’origine e la riduzione delle aliquote che la Ue chiede di adeguare a quelle applicate negli altri paesi dell' Unione; ad adeguare le sanzioni per le violazioni amministrative alle disposizioni che disciplinano la raccolta del tartufo, individuando la competenza per la loro irrogazione in accordo con Regioni e province autonome, per disporre di un quadro sanzionatorio di riferimento unico e uniforme a livello nazionale; a  rivedere il quadro normativo per una semplificazione amministrativa, in accordo con la Conferenza Stato-Regioni.

“Il tartufo - ha dichiarato Taricco - è un bene prezioso della tradizione culinaria del nostro paese e della nostra economia  che dobbiamo tutelare. Il Parlamento lavora in questa direzione, e la riunione voluta dal ministero delle Politiche agricole i primi dell’anno con gli operatori del settore del tartufo è la testimonianza che c’è la volontà di affrontare le problematiche fiscali, economiche, della ricerca e della produzione tartuficola nazionale, per arrivare alla condivisione di un piano di lavoro sulle tematiche prioritarie”.