• 17/07/2014

“Sollecitare l’urgente convocazione di un tavolo tecnico-istituzionale sulla verifica del tracciato del metanodotto Rete Adriatica Brindisi-Minerbio al fine di dare inizio a un serio e ravvicinato confronto tra tutte le parti per individuare le soluzioni più adeguate a salvaguardare l'ambiente e la sicurezza delle popolazioni, e alla realizzazione di un'opera considerata strategica per il Paese”. Lo chiedono con una lettera al viceministro allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, i deputati del Partito Democratico Walter Verini, Alessia Morani, Raffaella Mariani e Vittoria D’Incecco.

“L'impegno a questa convocazione - ricordano i deputati Pd – richiesta più volte dal Parlamento, attraverso pronunciamenti unanimi della Commissione Ambiente, a larga maggioranza dell'Aula e, attraverso il recepimento di ordini del giorno, da parte del Governo e in particolare del viceministro De Vincenti, presente in aula, è stato assunto formalmente da diversi Governi che si sono succeduti nella precedente legislatura, e anche in questa”.

“Giunge invece notizia della convocazione – continuano Verini, Morani, Mariani e D’Incecco - per la prima settimana di agosto, di una conferenza dei servizi presso il Ministero, senza che questa sia stata preceduta dalla convocazione della riunione sopra richiamata. Si tratta di un percorso che noi riteniamo sbagliato. Come abbiamo più volte sottolineato, non siamo contrari all'opera in sé che, ricordiamo, si allunga per centinaia di chilometri attraversando diverse regioni, parchi nazionali e regionali, diverse zone sismiche, molti siti di interesse comunitario e di grande pregio ambientale”.

“Le ragioni di questa scelta di tracciato lungo l'asse appenninico – proseguono i deputati Pd - sembrano però dettate più da interessi economico-finanziari della Società Snam Rete Gas Spa che da adeguate e sostenibili scelte tecniche. I costi ambientali e ai danni delle comunità della dorsale appenninica sarebbero oggettivamente rilevanti e per questo Consigli regionali, Comuni, Provincie e comunità montane, associazioni e comitati cittadini dei territori situati lungo il tracciato hanno presentato ricorsi, votato impegnative risoluzioni, e la stessa Commissione Europea ha aperto una procedura di accertamento”.

“Appaiono perciò non comprensibili le ragioni per cui non si sia convocato ancora tale tavolo tecnico-istituzionale così come le ragioni per cui si decide di procedere con percorsi tecnici che rischiano di aprire conflitti istituzionali, creare preoccupazioni e tensioni con le popolazioni interessate. Per questo torniamo a sollecitare la rapidissima convocazione del tavolo: siamo fiduciosi che De Vincenti saprà accogliere il senso di questa sollecitazione, che ha l'obiettivo di aprire un confronto serio e costruttivo, che tenga insieme le ragioni dell'ambiente, dell'ecosistema di una area vastissima e di grande interesse del Paese e quelle della politica energetica del nostro Paese”, concludono Verini, Morani, Mariani e D’Incecco.