• 19/03/2016

Doverosa risposta a Il Fatto Quotidiano

Oggi il Fatto Quotidiano scrive un articolo sull’anatocismo che avrà al più presto una risposta nel merito. Mi soffermo per ora su un aspetto che mi ha colpito particolarmente: si chieda il Fatto “cui prodest” non risolvere una questione che è sul tavolo da due anni. La risposta è semplice: solo alle banche, che possono continuare a praticare interessi composti trimestrali danneggiando imprese e consumatori costretti a ricorrere in tribunale (con altre spese). La delibera del Cicr, dopo quasi due anni di attesa, doveva arrivare ad ottobre 2015, ma non arriverà mai, perché la norma del dicembre 2013 è stata scritta male ed è contraddittoria, e così le banche hanno potuto continuare a guadagnare indisturbate quei 2 miliardi l’anno che lamentano le associazioni dei consumatori. La domanda da porsi è molto semplice: le banche ci guadagneranno dall’emendamento approvato l’altro giorno? La risposta è NO. Le banche dovranno calcolare annualmente (e non più trimestralmente) gli interessi e inoltre dovranno pagare, appena maturati, quelli a favore del cliente e dovranno attendere due mesi prima di esigere quelli a loro favore, tutto il resto è fumo negli occhi da parte di chi ritiene che sia “meglio niente che poco”. Bizzarra e gattopardesca teoria di alcuni parlamentari che ha contribuito all’inerzia e allo stallo di questo Paese, e in questo caso anche ad uno squilibrio a favore delle banche. Altra semplice domanda: i cittadini ci guadagneranno dalla nuova norma? SI. Avranno subito disponibili gli interessi a loro favore e avranno più tempo per onorare i propri debiti senza esserne strozzati e soprattutto senza dover ricorrere in tribunale, come hanno apprezzato importanti associazioni di consumatori. Io sono convinto che tutto sia migliorabile e che dobbiamo andare avanti. Quello che per alcuni è “poco”, per altri riguarda la possibilità di arrivare a fine mese in un periodo di difficoltà o acquistare un nuovo macchinario per la sua azienda. E scusate se è “poco”.

Lo dichiara Sergio Boccadutri, deputato del Pd in commissione Bilancio della Camera.