• 17/11/2015

"La montagna non ha bisogno di polemiche sterili, né di bandierine. L'emendamento della Lega in materia di concessionari idroelettrici sembrava scritto apposta per essere bocciato, per poi alzare la bandiera in modo demagogico. Come pensare, infatti, di stabilire con una legge delega l'ingresso obbligatorio degli enti locali nel capitale di società concessionarie come Enel o A2A, e di modificare -sempre per legge- la natura privatistica di tali società trasformandole in società miste pubblico-private? Al di là del dirigismo economico che tali misure recano con sé, la materia è oggi in fase di riscrittura in sede di applicazione della legge Madia sulla pubblica amministrazione, ed è quella la sede dove affrontare il futuro delle partecipate. Altro è, invece, il tema del beneficio a favore delle comunità locali a causa dei disagi derivanti dallo sfruttamento della risorsa idrica. Su questi temi il Pd è impegnato in materia rilevante, come dimostrano i contenuti del collegato ambientale che sta per giungere in Aula e che reca, tra le altre misure, incrementi nel canone di bacino imbrifero montano e misure a sostegno della Green economy nelle aree montane. Purtroppo, scontiamo in questa materia i gravi ritardi degli anni dei governi di destra, che non si preoccuparono di dare attuazione al decreto Bersani di liberalizzazione del settore delle concessioni idroelettriche creando condizioni di stallo del sistema. Siamo disponibili ripartire da lì, per introdurre compensazioni ambientali a favore dei territori montani all'interno di procedure di gara ad evidenza pubblica per le concessioni idroelettriche. Se la Lega vuole scendere su questo terreno, è la benvenuta".

Lo afferma Enrico Borghi, presidente dell'Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna.