• 21/09/2017

La Regione Veneto torni sui suoi passi

“Mentre il parlamento nazionale approva una nuova normativa per la diagnosi e cura delle persone con disturbi dello spettro autistico e assistenza alle famiglie, contemporaneamente la Regione Veneto diminuisce i servizi rivolti agli stessi soggetti, addirittura declassando i servizi di neuropsichiatria infantile da ‘complessi’ a ‘semplici’”. Lo dice Daniela Sbrollini, deputata del Pd e vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera.

“La letteratura scientifica - prosegue Sbrollini - e la totalità dei medici considerano l’autismo tra i disturbi pervasivi dello sviluppo, si tratta di una sindrome complessa, organica e relazionale che coinvolge anche il nucleo familiare. Gli interventi che il nostro sistema sociosanitario deve offrire non possono non essere all’altezza delle necessità reali delle famiglie. Questo della Regione è l’ennesimo taglio sulla sanità e sul sociale. Se il Veneto perde posti nelle graduatorie per la sanità nazionale è colpa anche di episodi come questi. Il prossimo referendum consultivo sull’ autonomia costerà ai cittadini quasi 15 milioni di euro, fondi che sono stati tolti a tantissimi servizi, prestazioni e incentivi che avrebbero potuto essere investiti proprio nella cura dei più fragili. La Camera dei deputati invece già da due anni ha approvato una legge quadro in cui la parola chiave è ‘inclusione’ ed è facendo leva su questa parola, e quindi mettendo in atto tutte le azioni che naturalmente ne derivano, che si vuole venire incontro ai bisogni di chi è affetto da questa sindrome e alle loro famiglie. I servizi sociosanitari fondamentali per l’autismo sono stati inseriti nei livelli essenziali di assistenza (LEA), sono aggiornati con l'inserimento delle prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili. La nostra Regione invece sembra comportarsi esattamente all’opposto. Intendo presentare un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, perché valuti se ci sono gli estremi per contrastare le scelte organizzative e sanitarie attuate dalla giunta Zaia. Come vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera sono a disposizione delle associazioni e delle famiglie che con impegno, coraggio e grande dignità si battono quotidianamente per la salute dei propri figli e dei soggetti più fragili. Un Paese moderno e civile si misura soprattutto per l’attenzione e l’efficacia dei servizi offerti a chi ne ha più bisogno”.