• 16/10/2014

“Checché ne dicano i benaltristi e i disfattisti di professione, l’introduzione del reato di autoriciclaggio, dopo ripetuti tentativi a vuoto nelle scorse legislature, rappresenta una svolta storica nella lotta all’illegalità diffusa”. E’ quanto dichiara Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia, in vista del via libera della Camera alla pdl sul rientro di capitali. “Due le verità inconfutabili: la prima, l’autoriciclaggio, come promesso da governo e maggioranza, sarà finalmente un delitto punito anche in Italia colmando così un vuoto legislativo più volte segnalato non solo dalla magistratura ma dalle stesse convenzioni internazionali. La seconda, l’autoriciclaggio colpirà con rigore un ventaglio ampio di condotte illecite ma salvaguardando il cosiddetto ‘autoimpiego’”. Insomma, si tratta di “una norma seria, puntuale ed equilibrata. Una norma che permetterà finalmente di contrastare con efficacia – assicura l’esponente del Pd – le condotte di chi ricicla in prima persona i proventi della propria attività delittuosa, condotte finora impunite e che sono in grado di alterare e inquinare in modo significativo il circuito produttivo e il mercato economico-finanziario e quindi la libera concorrenza tra le imprese oneste”.

Nel dettaglio, il nuovo reato – spiega la presidente della commissione Giustizia – “permetterà di incriminare, con pene fino a 8 anni, chi avendo commesso un delitto, ne occulta, trasferisce e impiega il denaro o gli altri proventi in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali e speculative in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della loro origine illecita. Ciò che si vuole colpire con mano ferma – aggiunge Ferranti – è l’occultamento e l’ostacolo concreto frapposto all’identificazione dei proventi illeciti da parte dello stesso autore di un delitto come corruzione, frode fiscale, estorsione, criminalità organizzata, traffico di droga o altri. Specificando però, per inverso, che non è punibile la condotta di mera utilizzazione o godimento personale attuata in forme agevolmente ricostruibili e trasparenti, in quanto ciò rappresenta soltanto l’attuazione del delitto presupposto, che è già di per sé punito”.

E’ dunque “falso e demagogico – conclude Ferranti – incutere terrore nelle imprese, come fanno Forza Italia e 5 Stelle, perché la norma, così come strutturata, non consentirà di punire due volte chi magari si macchia di evasione fiscale ma poi utilizza il ‘nero’ per pagare i dipendenti, acquistare macchinari o investire nell’azienda”.