• 10/07/2014

Gravi considerazioni di Gobbi in Senato. Si torni a norma legge stabilità 2014 

“E’ comprensibile che l’anatocismo venga difeso dall’Abi. Molto meno comprensibile, e anzi grave, è che Bankitalia faccia altrettanto”. Lo dichiara Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. “Trovo inaccettabile che Bankitalia – spiega Boccia – si schieri a difesa della capitalizzazione degli interessi sugli interessi, una norma dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale. A questo proposito voglio chiarire una volta per tutte, che noi avevamo cancellato l’anatocismo con la Finanziaria 2014. Ora, seppure in forma annuale e non più trimestrale, esso viene reintrodotto con il Decreto sulla competitività per le imprese, creando una sorta di contraddizione in termini”. “Al momento la norma esiste – continua Boccia – ma il padre dell’emendamento ha fatto perdere le sue tracce. Escludendo un qualsiasi coinvolgimento di Palazzo Chigi, e prendendo atto della presa di distanza avvenuta sugli organi di stampa da parte del ministro Guidi, è opportuno che il padre della noma ci metta la faccia per consentire di capirne ratio e genesi. Fino all’audizione del capo del servizio di stabilità di Bankitalia Gobbi, pensavo che la reintroduzione dell’anatocismo fosse dovuta a un errore. Dopo averne ascoltato le gravi dichiarazioni, temo non sia così”

“Gobbi sostiene, infatti, - prosegue Boccia - che solo nei paesi islamici non c’è anatocismo. A parte il fatto che, allora, anche la Germania è islamica, il rappresentante di Bankitalia non può permettersi di offendere un modello economico che merita rispetto, non fosse che per forte solidarietà che lo innerva. Dire poi, come ha fatto Gobbi, che l’anatocismo serve alle famiglie e imprese per avere prestiti, è passare dalla mancanza di rispetto a uno strafalcione tale da far sospettare uno scopo strumentale”.

“Ritengo per questo inevitabile che il governatore dell’istituto Ignazio Visco chiarisca qual è la reale posizione di Bankitalia sull’anatocismo. Mi aspetto poi, al Senato, la cancellazione della norma, anche grazie a una presa di posizione netta del ministero dell’Economia”, conclude il presidente della commissione Bilancio della Camera.