• 06/03/2015

"Le modifiche apportate alla riforma delle Banche popolari non rappresentano nel modo più assoluto un suo annacquamento". Lo dichiara Marco Causi, relatore del decreto all'esame del Parlamento e capogruppo PD in Commissione Finanze a Montecitorio.

"L'impianto della riforma è confermato su tutta la linea: gli istituti di credito con attivi superiori a 8 miliardi di euro dovranno diventare Società per Azioni e rinunciare al principio "una testa un voto" entro 18 mesi. Grazie a questa riforma, potranno con maggiore facilità e celerità approvvigionarsi sui mercati dei capitali, corrispondere ai requisiti patrimoniali sempre più severi imposti dalle nuove regolamentazioni bancarie, continuare a erogare credito all'economia reale e aprire una fase di consolidamento di questo importante segmento di industria bancaria"

"Le modifiche approvate" continua Causi "si riferiscono agli statuti delle nuove società per azioni. Primo, i nuovi statuti potranno essere approvati nella stessa assemblea che delibera la trasformazione in SpA, e con le stesse procedure speciali previste nel decreto. Ciò contribuisce a velocizzare l'attuazione della riforma. Secondo, nei nuovi statuti potrà essere inserita una clausola di limitazione all'esercizio dei diritti di voto del 5 per cento (o oltre) valida per 24 mesi. Questo consente di tenere al riparo, durante la fase di transizione e di consolidamento, i nuovi istituti bancari da scalate ostili, con le modalità che erano state proposte dalla Banca d'Italia".