• 04/05/2016

"Al momento la questione del Brennero dipende dall'Austria che, anche virtù della situazione di campagna elettorale del paese, chiede un rafforzamento dei confini del Brennero. Dal punto di vista italiano non vediamo una emergenza per la sospensione di Schengen che, eventualmente, dovrebbe essere motivata e temporanea. Ricordiamo che il Brennero non è una frontiera come le altre, né dal punto di vista economico, considerando che un terzo dell'import-export italiano su gomma passa dal Brennero, né dal punto di vista simbolico: il Brennero per noi è una frontiera simbolo delle due grandi scelte che hanno permesso all'Europa di avanzare, la moneta unica e la libera circolazione delle merci e delle persone. Quando si è pensato a Schengen per noi è stato automatico pensare anche alla caduta della frontiera del Brennero". Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Attività produttive della Camera, Gianluca Benamati,  intervistato da Press Tv fuori Montecitorio.

"Dal punto di vista economico - ha aggiunto Benamati - sono stimati extracosti per l'Italia, ma anche per l'Austria. La Camera di commercio federale austriaca ha fatto delle stime molto pesanti su un eventuale danno economico dal lato austriaco. Questi extracosti avranno una ripercussione sui consumatori e sui cittadini. La Ciga di Mestre stima per un fermo di due ore di un veicolo un aumento dei costi di nolo del 10 per cento. Cifre sensibile che si possono riverberare sui prezzi dei prodotti che noi acquistiamo tutti i giorni. E da questo punto di vista è comprensibile la preoccupazione".

"Un tema storico quello del Brennero, sociale ed economico. Un'eventuale chiusura del Brennero sarebbe un terremoto politico in Europa", ha concluso Benamati.