• 24/07/2015

“Insieme al collega Khalid Chaouki ho incontrato giovedì i detenuti della settima sezione, la cosiddetta 'accoglienza', dove erano detenuti sia Caiazza che il ragazzo rumeno suicidatisi nei giorni scorsi. Il primo si trovavano nell’area 'accoglienza' perché appena arrivato, ed essendo coinvolto in un omicidio a sfondo sessuale particolarmente efferato, era stato oggetto di minacce e aveva richiesto la cosiddetta 'sorveglianza giudiziaria' ma non poteva stare nell'apposita ottava sezione per non essere a contatto con il suo complice. Aveva quindi avuto una cella singola nella settima sezione. Al momento entrambe le celle sono sigillate dall'autorità giudiziaria e non visitabili ma abbiamo potuto vedere quelle vicine con analoga struttura, arredamento ed esposizione e ci è stata illustrata la dinamica dei fatti. Domanderemo un ampliamento del servizio psicologico così da offrire un supporto costante ai detenuti, esigenza segnalata uniformemente dalla Direttora, dalla Sovrintendente dal comandante della Polizia penitenziaria e dall'Ispettore capo consapevoli che la vocazione penitenziaria non è quella punitiva bensì quella del recupero della persona. Siamo consapevoli della solidarietà che il personale carcerario condivide con i detenuti nella quotidianità. Sarebbe opportuno un aumento dei numeri del personale di polizia penitenziaria che per ora è di 400 unità suddivisa in tre turni che costringono molti agenti a continui straordinari. Che il Ministero continui, e perfezioni, il programma avviata dall'approvazione degli ultimi DL in materia di Giustizia, di inclusione nelle strutture carcerarie del mondo del volontariato e delle comunità straniere presenti in città che potrebbero essere un forte sostegno per i tanti stranieri (il 60%) che compongono la popolazione carceraria di Regina Coeli. Incrementare l'erogazione delle borse lavoro in grado di aiutare la formazione lavorativa dei detenuti”.

E’ quanto rende noto la deputata del Partito democratico Gea Schirò.