• 08/01/2015

Verini e Iori, “rinnovare appalto alle cooperative, l’esperienza è stata molto positiva”

“Rinnovare alle cooperative sociali tutt’ora operanti nelle carceri l’appalto per la gestione delle cucine: ben dieci anni di risultati positivi di questa esperienza (i dati rilevati fin qui evidenziano un calo della recidiva dal 70% al 2%) rischierebbero di essere persi, insieme alla possibilità di estendere l’iniziativa su tutto il territorio nazionale, perché la sperimentazione scadrà il 15 gennaio 2015, termine prorogato al 31 gennaio del medesimo anno”.

Lo chiede una interrogazione del Pd firmata dal capogruppo Walter Verini e dalla deputata Vanna Iori al ministro della Giustizia.

“Nel 2004 il DAP, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del ministero della Giustizia, - spiegano i due deputati - ha avviato questa sperimentazione di dieci anni in dieci penitenziari italiani, affidando la gestione delle cucine degli istituti di pena a un gruppo di cooperative (Ecosol a Torino, Divieto di sosta a Ivrea, Campo dei miracoli a Trani, L’Arcolaio a Siracusa, La Città Solidale a Ragusa; Men at Wotk e Syntax Error a Rebibbia, ABC a Bollate, Pid a Rieti, Giotto a Padova) attraverso le quali i detenuti hanno avuto modo di formarsi professionalmente e lavorare all’interno del carcere, trasformando i cosiddetti lavori domestici svolti a turno negli istituti penitenziari, poco qualificanti e privi di un effetto formativo, professionalizzante ed educativo, in lavori veri e propri, con regolari stipendi allineati ai contratti collettivi nazionali di lavoro. Questa esperienza, che dal 2009 è sovvenzionata non più dal DAP ma dalla Cassa delle Ammende, quale ente del Ministero della Giustizia che finanzia i programmi di reinserimento in favore di detenuti, ha determinato, sin da subito, innegabili e certificati vantaggi - il successo del progetto è stato tale che nelle medesime carceri, accanto alle mense, sono nati altri reparti di produzione: panettoni a Padova, taralli a Trani e dolci tipici a Siracusa e Ragusa. La fine di questa esperienza sarebbe controproducente per la qualità del servizio e per la riabilitazione dei detenuti, per la sicurezza sociale e, infine, per le casse dello Stato in quanto la gestione delle cucine da parte delle cooperative e tramite il lavoro dei dipendenti ha un costo inferiore rispetto ad altre forme di servizio mensa. Per questo – concludono Verini e Iori - non abbiamo dubbi nel chiedere di confermare ed allargare il più possibile questa iniziativa”.