• 13/05/2015

“Ci avverte che non c’è niente da indagare su di lui”

“Dietro la colta citazione del filosofo inglese Francis Bacon (audaciter colomniare semper aliquid haeret), Giovanni Senzani ha inviato alla Commissione d’inchiesta un messaggio diretto: non vi occupate di me perché io con il caso Moro non c’entro nulla. Ma se le inchieste venissero fatte seguendo il suo criterio, non si scoprirebbe mai niente”. Lo afferma il democratico Marco Carra, componente della Commissione Moro, il quale riferisce di una “insolita” lettera inviata ai componenti dell’organismo parlamentare, tramite il suo avvocato, dall’ex brigatista Giovanni Senzani il quale, dice Carra, “ci avverte che tutto ciò che è stato scritto sui suoi presunti rapporti con i servizi segreti sono ‘illazioni’, ‘calunnie’ frutto di ‘estemporanee rivelazioni di qualche pentito’, oltre a ricordarci di non aver mai subito condanne per fatti connessi al sequestro e all’assassinio di Aldo Moro. In sostanza, Senzani non sopporta quella che chiama ‘escalation di notizie false” contro la sua persona, ‘molte delle quali’, dice, ‘provengono dai membri della Commissione’. Marco Carra sottolinea che “sarebbe davvero una grave anomalia se l’inchiesta parlamentare in corso escludesse a priori fatti o persone. Ed il ruolo del professor Senzani è uno degli aspetti della vicenda che deve essere chiariti. Chi e perché, ad esempio, controllava la sua casa fiorentina? Come lui stesso ci ricorda nella lettera, sua moglie Anna nel 1981 scoprì casualmente, mentre suo marito era ricercato in tutta Italia, una microspia inserita in una presa elettrica di una delle stanze di casa sua: la portò direttamente al dottor Piero Vigna che nell’occasione disse: ‘Non sono il solo a ricercare il professor Senzani’”.