• 24/02/2015

 “Il lavoro di indagine che stiamo svolgendo si basa sulla collaborazione generosa delle strutture investigative delle Forze dell’Ordine. Puntiamo a stabilire l’oggettività di alcuni fatti sulla base di una certezza: non c’è corrispondenza tra il racconto dei 55 giorni e alcune chiare circostanze. Questo basta per cercare la verità la quale, come tutto, ha un suo costo, peraltro quello economico assai ridotto. Gli scettici facciano pure le loro riflessioni, a noi interessa dare al Paese la certezza di cosa accadde, per quanto sia possibile farlo oggi, a distanza di più di trent’anni, grazie alle tecnologie investigative. L’assassinio di Aldo Moro ha cambiato il corso degli eventi, vale perciò l’impegno, anche se è passato molto tempo, della ricostruzione di quell’evento, per evitare al Paese e alle nuove generazioni il costo enorme di non conoscere la verità”.

Così Beppe Fioroni, presidente della Commissione d’inchiesta sul sequestro e la morte del presidente della Dc, che ha delegato la scorsa domenica la polizia scientifica a fare rilievi con scansione laser in via Fani sul luogo del sequestro Moro.