• 20/11/2014

“Oggi si è svolta l’audizione con l’ex Pm di Roma Luciano Infelisi che fu il primo ad occuparsi della strage di via Fani, fino a che, circa venti giorni dopo il 16 marzo, l’intervento del capo della Procura, Giovanni Di Matteo, decise l’avocazione dell’inchiesta nelle mani del Pg della Corte generale, Pascalino. Infelisi ha raccontato che aveva un buon rapporto di collaborazione con il ministro dell’Interno, Cossiga, e che alla base della sconcertante avocazione ci fu una precisa strategia attendista scelta dalle autorità giudiziarie in accordo con quelle politiche, cioè con il presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Questa linea di condotta, motivata dalla preoccupazione di tutelare l’ostaggio evitando azioni dirette, da lui non condivisa, determinò la decisione di non emanare i suoi ordini di cattura di 17 presunti brigatisti, tra i quali c’erano i nomi anche di Valerio Morucci, Adriana Faranda e Prospero Gallinari. Infelisi, tra le altre cose, ha ricordato che scrisse, senza poi dargli seguito, un atto di incriminazione per favoreggiamento nei confronti di due delle persone più vicine ad Aldo Moro, cioè Nicola Rana e Sereno Freato, i quali a suo dire conducevano intensi rapporti anche con ambienti direttamente coinvolti nel sequestro ma non collaborando con la magistratura. In definitiva, Infelisi ha confermato le difficoltà di un quadro investigativo complesso e frenetico: non fu ad esempio affatto presa in considerazione la presenza della Austin Morris che impedì la manovra di svincolo all’auto di Aldo Moro. La prossima settimana sarà ascoltato l’ex Ispettore di Ps Enrico Rossi, che recentemente ha fornito interessanti notizie, sulle quali tuttavia non sono state trovati riscontri investigativi, relativi alla dinamica dell’agguato di via Fani”.

E’ quanto rende noto il vicepresidente dei Deputati del Pd, Gero Grassi, al termine dell’audizione di oggi della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro.