• 04/08/2015

Obama annuncia una svolta straordinaria: una riduzione consistente delle emissioni di co2 dalle centrali elettriche, da quelle a carbone innanzitutto, pari al 32% al 2030 rispetto al 2005 e soprattutto porta gli Stati Uniti alla guida dell’impegno mondiale contro i cambiamenti climatici rispondendo con ciò anche ad un obbligo morale riprendendo le stesse parole di papa Francesco.

Ci avviamo ora verso il vertice Onu di Parigi del dicembre prossimo con una fortissima spinta in più verso il raggiungimento di un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni che contenga l’aumento della temperatura media globale a non oltre i 2 gradi rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale. Ora la palla torna di nuovo anche a noi, all’Italia e all’Europa tutta e certamente non possiamo giocare di rimessa nella sfida del futuro.

E’ il momento anche per noi di immaginare limiti alle emissioni di gas serra dalle centrali e di arrivare ad un sistema efficace per attribuire un costo al carbonio che sia, finalmente, il funzionamento del sistema europeo di scambio di quote di emissioni o una vera e propria carbon tax che dia alle imprese il giusto segnale di prezzo per orientare i propri investimenti. E dobbiamo promuovere in modo sistematico l’energia e l’industria del futuro, alzando oltre il 27% gli obiettivi per le rinnovabili e l’efficienza energetica del pacchetto clima energia al 2030, adottato nel semestre di presidenza italiana, e adottando una politica industriale con gli incentivi opportuni a sostegno delle tecnologie e attività a bassissimo impatto di carbonio.