• 23/05/2017

“Alle luce delle gravissime analogie evidenziate dai mezzi di informazione tra le inchieste Cpl Concordia e Consip, chiediamo al ministro della Giustizia Orlando di adottare tutte le misure necessarie al fine di fare chiarezza sulle connessioni tra queste vicende giudiziarie che paiono una vera e propria strategia atta a danneggiare Matteo Renzi”. Lo dichiara Alessia Morani, vice-presidente del gruppo Pd alla Camera, che sulla questione presenterà una interrogazione parlamentare.

“Tra l’inchiesta Cpl Concordia – spiega  - e quella sugli appalti Consip ci sono coincidenze sempre più incredibili e preoccupanti. La dinamica è la stessa. Nel caso Cpl Concordia, un’indagine periferica affidata a John Woodcock  e Scafarto del Noe sulla metanizzazione dell’isola di Ischia arriva, attraverso una serie di passaggi impropri, al centro, ovvero il premier di allora Matteo Renzi. Il mezzo del salto di livello un’intercettazione eccentrica (la persona ascoltata, Michele Adinolfi, è stata coinvolta per un fraintendimento) e penalmente irrilevante. Il terminale di questo meccanismo è Marco Lilllo e la prima pagina del Fatto quotidiano. Se si passa a Consip, i passaggi sono pressoché identici: un’intercettazione, questa volta addirittura illegale - perché disposta da un procura non competente e su un reato per cui non si può essere intercettati - raccolta da Woodcock e da Scafarto del Noe, finisce a Lillo del Fatto quotidiano. Non solo. Su entrambe le inchieste grava il forte sospetto di anomalie o addirittura manipolazioni nella stesura delle informativa firmate dal capitano Scafarto. Sia i brogliacci relativi alla Cpl Concordia che quelli su Consip sono stati trascritti con aggiunte ‘creative’ (con nomi mai pronunciati e discorsi attribuiti a persone sbagliate). Le analogie e le ripetizioni sono sotto gli occhi di tutti. Sempre Woockcook e Scafarto. Sempre un’intercettazione estranea ai fatti e illegittima. Sempre Lillo e il Fatto quotidiano. Sempre Matteo Renzi come soggetto danneggiato”.

 “Noi chiediamo, dunque, la verità, dal momento che uno Stato e i suoi organi possono funzionare bene solo se tutti rispettano in modo rigoroso la legge. Proprio perché nutriamo il massimo rispetto nella magistratura e nel suo lavoro, riteniamo che le ombre sull’operato di Woodcock e Scafarto sono troppe e troppo gravi perché non si faccia chiarezza”, conclude.