• 06/08/2015

“Il voto in commissione chiude il lavoro di approfondimento che abbiamo svolto attraverso la visita a Prato del novembre 2014, e tantissime audizioni che ci hanno permesso di raccogliere dati e proposte direttamente dall’esperienza di chi ogni giorno combatte, il fenomeno della contraffazione, come le forze dell'ordine, le procure e la polizia municipale, ma anche dalla viva voce degli imprenditori del tessile e della moda, dalle istituzioni locali e dalle associazioni di categoria. Un lavoro lungo ma proficuo che costituisce un valido supporto per aggiornare strumenti e strategie”. Così Susanna Cenni, parlamentare del Pd e relatrice dell'indagine su Prato, commenta l’approvazione della relazione sulla contraffazione nel settore tessile, in commissione parlamentare di inchiesta, che chiude l’indagine sul distretto produttivo di Prato che ha impegnato la relatrice e i colleghi della commissione, dal novembre 2014, nel lavoro di analisi, ascolto e definizione di un modello di contrasto al grave fenomeno economico e sociale della contraffazione. Un lavoro di approfondimento che ha esaminato il settore del tessile e della moda, a partire dalla missione nella città toscana e dalle numerose audizioni che hanno permesso al gruppo parlamentare di incontrare e ascoltare i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, delle imprese e le parti sociali di un distretto produttivo che abbraccia tre province toscane (Prato, Pistoia e Firenze) e che nella provincia di Prato opera con oltre 7 mila imprese e quasi 35 mila addetti. Dopo l’approvazione in commissione la relazione arriverà alla Camera per la discussione in Aula.

“Tante – spiega Cenni – le proposte e gli strumenti che abbiamo evidenziato come la stretta connessione tra contraffazione lavoro nero e sfruttamento. Utili si rilevano l’intensa attività di controllo degli ispettori, le best practices e alle esperienze di filiere produttive etiche che coinvolgono aziende e enti territoriali, e i cosiddetti Patti per la sicurezza che coinvolgono organismi interforze nel controllo delle fasi produttive e dei luoghi di lavoro. Si tratta di forme avanzate volte a favorire il rispetto della legalità e l’integrazione economica e sociale in un territorio dove sono presenti quasi 5 mila aziende cinesi che rappresentano l’11% del pil provinciale e il 9% della totale della popolazione. Un impegno che viene portato avanti dalle stesse aziende che con l’uso delle moderne tecnologie, hanno attivano sistemi di tracciabilità che garantiscono tutte le fasi della produzione. Nella discussione di aula ci auguriamo di raccogliere anche ulteriori contributi. Intanto, proprio nella direzione dell’efficacia di strumenti e azioni il Pd si muoverà, con un viaggio nei distretti della contraffazione, lungo tre mesi da settembre a dicembre, utile a perfezionare una proposta di una legge in materia ”.