• 01/07/2014

La vice presidente della Camera: adempiere ai nostri doveri con disciplina e onore, la bussola è l’articolo 54 della Costituzione

“Come diceva Gherardo Colombo, la corruzione si batte prima di tutto sul piano culturale. Proprio per questo la mia personalissima opinione e' favorevole all'introduzione di un codice di comportamento anche per i parlamentari italiani come strumento e occasione per una grande riflessione pubblica sul ruolo degli eletti e i principi etici che debbono informare l'attività dei rappresentanti del popolo nelle istituzioni. Per battere la corruzione, che mina la credibilità delle istituzioni e al fondo anche la qualità della democrazia, serve un nuovo discorso pubblico che coinvolga l'insieme della società italiana. La bussola per noi resta il principio costituzionale scritto all'articolo 54 secondo cui i cittadini ai quali sono affidate funzioni pubbliche, debbono adempiere ai loro doveri con disciplina e onore”.

Lo ha detto la vice presidente della Camera, Marina Sereni, intervenendo al seminario parlamentare promosso nell'ambito dell'Assemblea parlamentare del consiglio d'Europa dedicato ai codici di condotta per i parlamentari e alla prevenzione della corruzione.

Gli articoli 54, 65, 66, 67, 68 e 69 della Costituzione italiana definiscono un insieme organico di regole a sostegno della funzione parlamentare. A queste si aggiungono le norme sull’incandidabilità, quelle volte a combattere la  corruzione, quelle che disciplinano la raccolta dei fondi e la pubblicità nelle campagne elettorali e, per finire, gli obblighi di pubblicità e trasparenza imposte agli eletti sulla pubblicazione dei prospetti patrimoniali e reddituali.  Stante la presenza di questo ricco corpus giuridico, è necessario introdurre nel nostro Paese un codice di comportamento dei parlamentari?

“Sì – è la risposta di Marina Sereni –anche perché a differenza di altri Paesi, abbiamo da molti anni un codice deontologico per i dipendenti pubblici, ma non ne abbiamo uno per i parlamentari”, com’è necessaria una “regolamentazione delle lobbies e dei rapporti con la politica ed i parlamentari”.

“Ciò – ha concluso - può fornire un potente strumento di rafforzamento dell'autorevolezza della politica e delle istituzioni in una fase particolarmente critica del rapporto con l'opinione pubblica e gli elettori”.