• 25/06/2014

“Siamo molto soddisfatti per il via libera alla legge sulle professioni dei beni culturali che era attesa dal 2008 e con la quale lo Stato riconosce il ruolo fondamentale dei professionisti a cui affidiamo la tutela, la salvaguardia e la conservazione del nostro patrimonio culturale. L’Esecutivo Berlusconi non volle mai prenderla in considerazione mentre i governi Letta e Renzi, finalmente, si sono adoperati per giungere all’approvazione. Se prima qualcuno pensava che con la cultura non si mangia, ora finalmente ribadiamo che la cultura fa crescere il Paese”. Lo dicono Manuela Ghizzoni del Pd, vicepresidente della commissione Cultura, e Matteo Orfini, presidente del Pd e componente della medesima commissione.

“Il primo progetto di legge a firma Madia-Ghizzoni-Orfini – proseguono i deputati democratici - fu presentato nel 2008. Un lungo elenco di professioni antichissime, come quelle dei bibliotecari e archivisti, e nuovissime, come gli esperti di diagnostica e di scienze e tecnologie applicate ai beni culturali sono ora parte integrante del Codice dei beni culturali. Le altre professioni dei beni culturali ora riconosciute sono archeologi, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori dei beni culturali e collaboratori restauratori dei beni culturali, esperti di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell’arte. La legge sulle professioni dei beni culturali è nata in modo partecipato, frutto del confronto con i rappresentanti del settore e delle istituzioni coinvolte. Il tema è di stretta attualità; in queste ore, infatti, si discute il decreto Franceschini che conferma il ruolo centrale che per il nuovo Esecutivo ha la cultura nel rilancio del Paese. Tra le tante novità, infatti, c’è anche la misura che consente agli enti pubblici l’assunzione a tempo determinato dei professionisti della cultura, anche in deroga ai limiti previsti”.