• 26/06/2015

Ieri con le Commissioni congiunte II e XII, alla Camera, è iniziato un percorso importante che vede in campo diverse proposte di legge volte a contrastare il fenomeno del cyberbullismo”. Lo dichiara Micaela Campana, deputata e responsabile Welfare e diritti del Partito Democratico.

“Le statistiche che provengono dal MIUR e dalla Polizia Postale – spiega Campana - ci manifestano un fenomeno in profonda ascesa: 345 casi nel 2014 contro i 190 del 2013, colpendo fasce di età sempre più giovani (11-13 anni). Internet è un eccezionale strumento di conoscenza, socializzazione e interazione, ma non può e non deve essere uno strumento di emarginazione e di incitamento alla violenza. Il 72% dei bulli in rete tendono a preferire vittime dello stesso sesso, e colpiscono maggiormente le femmine, è un dato drammatico a cui il legislatore non può ignorare, soprattutto quando queste violenze portano i nostri giovani a cadere in depressione financo a togliersi la vita”.

“La prevenzione – continua la deputata democratica - è lo strumento principe, che la nuova legge deve prevedere, per educare al rispetto, alla tolleranza e alle diversità, quei giovani che saranno i cittadini del domani. Ma il comportamento sulla Rete, che è si virtuale, ha ripercussioni nella vita reale dei nostri ragazzi, ed è qui che entra in campo la politica, a seguito di numerose pronunce di condanna espresse dalla giurisprudenza.

“Nell’articolo 2 della pdL che ho presentato – aggiunge Campana - vengono individuati gli atti di bullismo, ovvero i comportamenti reiterati che si traducono in insulti, offese derisioni, diffamazione, minacce, violenza privata, aggressioni, lesioni personali e danneggiamento delle cose altrui. Nell’articolo 3, invece, vengono individuati quei comportamenti, che debbono essere considerati atti di cyber bullismo, quali: i messaggi on-line violenti e volgari, e il loro invio reiterato mirante e ferire la vittima, offendere gratuitamente qualcuno con cattiveria, mediante i sistemi di messaggistica istantanea o sui social network, il furto di identità digitale, la pubblicazione di informazioni private, l’esclusione deliberata di una persona da gruppi on-line al fine di provocare un sentimento di emarginazione, le molestie e le minacce mirate ad intimorire, la registrazione con apparecchi elettronici di video ed audio di fenomeni di bullismo e la conseguente pubblicazione on-line”.

“La tutela della dignità dei nostri giovani, non deve e non può essere letta come un bavaglio alla rete, ma la punibilità di quei comportamenti che portano a emarginare e a indurre sofferenza, fino ai gesti più estremi, devono essere condannati e puniti con forza, al fine di educare i ragazzi, nativi digitali, a comprendere che piazza virtuale e reale, sono interazione l’una dell’altra, e soggette entrambe alle regole della civile convivenza e del rispetto”, conclude Micaela Campana.