• 19/07/2017

Approvato parere in commissione

“È necessario che il Governo sostenga la DefenceTechnological and Industrial Base italiana nella sua interezza, prestando attenzione a che la concreta attuazione dell’ambizioso progetto delineato dal Piano d’azione non comporti un danno per l’industria nazionale e, segnatamente, per le piccole e medie imprese italiane altamente specializzate e per i centri di ricerca nazionali (il CNR, le università ed altri); occorre pertanto che il Governo si adoperi nelle sedi europee per aiutare l’industria e la ricerca nazionali a concorrere in condizioni di effettiva parità con quelle degli altri Paesi per l’accesso ai fondi del Piano d’azione e ad integrarsi virtuosamente nel futuro sistema europeo, evitando che le iniziative intraprese al livello europeo per la costruzione di una difesa comune finiscano nei fatti, al momento dell’attuazione, col favorire soltanto le imprese e i centri di ricerca di altri Paesi”. È una delle osservazioni contenute nel parere sul ‘Piano d’azione europeo in materia di difesa’ approvato dalla commissione Difesa della Camera nel quale si invita anche il governo “a cogliere l’occasione per rafforzare la collaborazione sistematica e non episodica tra il sistema produttivo e il mondo universitario e i centri di ricerca più autorevoli, anche sulla base delle esperienze più avanzate a livello internazionale, allo scopo di promuovere l’innovazione e l’aggiornamento tecnologico”.

“La costruzione di una difesa comune europea, unico progetto concretamente realizzabile sulla base dei trattati vigenti, si rende sempre più necessaria a causa delle minacce crescenti di tipo terroristico e cibernetico così come può propiziare l’ulteriore rafforzamento dell’Europa che costituisce il più importante presidio dei diritti umani nel mondo”. Lo dice Daniele Marantelli, deputato del Pd componente della commissione Difesa della Camera e dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd e relatore del parere sul ‘Piano d’azione europeo in materia di difesa’ approvato dalla commissione con la sola astensione dei deputati del M5S, che hanno comunque apprezzato il lavoro fatto, e del deputato Galli di Mdp.

“L’approccio globale alle crisi resta la via maestra, per cui la costruzione di una difesa europea più integrata deve continuare a procedere in parallelo con lo sforzo di affrontare le cause delle emergenze mondiali - prosegue Marantelli -. L’uscita dall’Unione europea del Regno unito da una parte crea condizioni più favorevoli alla nascita della difesa europea e dall’altra trasforma questa nascita in una priorità, dato che con la Brexit viene meno uno degli Stati più forti militarmente dell’Unione europea. L’obiettivo del complesso delle misure delineate dal Piano d’azione è di contribuire a rendere più efficiente la spesa degli Stati membri per la difesa, fermo restando che l’importo di questa resta deciso da ciascuno Stato in autonomia. La ripresa economica in corso in Europa può essere intercettata investendo innanzitutto, perché fungano da volano, nei settori con grande concentrazione di soluzioni ad alta tecnologia e soprattutto in quelli nei quali l’Italia vede operare aziende nazionali con riconosciuta competitività a livello mondiale. Pertanto, è necessario non disperdere questo patrimonio, che va invece valorizzato attraverso interventi mirati a evitare la penalizzazione delle aziende che, a seguito dei processi di integrazione e razionalizzazione del settore della difesa a livello europeo, dovessero essere marginalizzate con conseguente impatto negativo in termini di occupazione. È necessario pertanto che il Governo italiano continui non solo a sostenere le iniziative europee per la costruzione di forme di difesa comune e per l’integrazione degli Stati membri nel settore della difesa, ma anche, come ha fin qui fatto, a partecipare attivamente a questo processo”.
 

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