• 26/10/2017

Dichiarazione di Nicodemo Oliverio, Giuseppe Romanini, Mino Taricco

“Con il sì definitivo e unanime dell'aula della Camera alle norme in materia di domini si dà riconoscimento giuridico ai domini collettivi: situazioni giuridiche legate al godimento di specifiche estensioni di terra, abitualmente riservate a un uso agro e silvo-pastorale, di boschi da parte di una determinata comunità. Una realtà di oltre 1,5 milioni di ettari, cioè quasi il 10% della superficie agricola totale (SAT) e quasi il 4% della superficie complessiva del paese che fa capo a comunioni familiari montane e comunali, a comunanze, a consorzi di utenti, università agrarie, beni sociali, vicinie, regole, partecipanze agrarie, società di antichi originari, consorterie, frazioni, o ai comuni che gestiscono le proprietà collettive. Parliamo di circa 2.500  soggetti e enti preposti alla gestione di un territorio vasto e variegato, di cui non è possibile non tenere conto”.  Così i deputati Pd della commissione Agricoltura,  il capogruppo Nicodemo Oliverio, Giuseppe Romanini e Mino Taricco che spiegano: “Si tratta di un istituto giuridico che origina in consuetudini tramandate da millenni. Norme consuetudinarie fissate in statuti arrivate sino a noi, avendo dovuto subire con la legge fascista del 1927 un tentativo di soppressione. E non è una fortunata coincidenza che siano trascorse solo poche settimane dall'approvazione della legge sui piccoli comuni la quale, come questa di oggi, pone l’accento sul riconoscimento della centralità delle comunità. Quello dei domini collettivi – concludono i deput
ati Pd - è un patrimonio culturale da lasciare in eredità alle generazioni future ed è quello che fa questo aggiornato e coerente quadro normativo”.