• 10/01/2018

“La furia abolizionista del candidato alla presidenza del consiglio, Luigi Di Maio, non si ferma dinnanzi a nulla e pretende di cancellare anche ciò che non c’è più. Con lo stop a ben quattrocento leggi dello Stato, annuncia l’abolizione di spesometro, studi di settore e redditometro. Vorremmo dare un suggerimento al candidato pentastellato: si rilassi, faccia un respiro profondo e studi un pochino di più. Ad esempio, si legga il decreto ‘Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili’, pubblicato in Gazzetta il 2 dicembre 2016. Scoprirà che sono stati aboliti sia lo spesometro che gli studi di settore. Anche lo stesso redditometro di fatto non esiste più, sostituito da strumenti meno invasivi ma più utili in termini di lotta all’evasione, visto ad esempio il record dei 19 miliardi recuperati nel 2016. Non vorremmo che le capriole su ‘euro sì ed euro no’ gli abbiano offuscato la memoria”.

Così Silvia Fregolent, Vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, e Michele Pelillo, Capogruppo Dem in Commissione Finanze, rispondono agli annunci elettoralistici di Luigi Di Maio.

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