• 30/10/2017

“A pochi mesi dal prossimo appuntamento elettorale, molti Italiani all’estero rischiano di non essere ammessi al voto per corrispondenza semplicemente perché la loro iscrizione all’A.i.r.e. non è stata ancora perfezionata”. Lo dichiara Alessio Tacconi, deputato del Partito democratico, annunciando un’interrogazione al ministro degli Esteri sul tema.

“La legge istitutiva dell’A.i.r.e – spiega – stabilisce l’iscrizione all’A.i.r.e. è la condizione essenziale per usufruire dei servizi consolari, ottenere il rilascio del passaporto e dei documenti d’identità e partecipare alle elezioni politiche e referendarie per corrispondenza nel paese di residenza. Tale prerogativa rischia di essere vanificata dal notevole ritardo che in molti consolati, secondo segnalazioni che mi sono giunte da vari connazionali, registrano nella trattazione delle pratiche di anagrafe. Ritardo non addossabile ai consolati e ai loro addetti, che, anzi, sono spesso le prime vittime del vertiginoso aumento dei carichi di lavoro cui sono stati sottoposti. All’aggravio di lavoro non è corrisposto un adeguamento degli organici, anzi in molti casi si assiste a una riduzione sia in termini di personale che di risorse finanziarie. Da una parte, infatti, il blocco del turn over ha drasticamente ridimensionato l’organico del ministero di oltre il 25% negli ultimi otto anni, dall’altra le esigenze generali di contenimento della spesa hanno reso ancor più irrisorio il bilancio dello stesso ministero e, conseguentemente, della rete estera. Gli arretrati accumulati devono tuttavia essere azzerati ed è necessario farlo urgentemente, prima delle prossime elezioni politiche in maniera da permettere a tutti la partecipazione al voto”.

“Perciò, con la mia interrogazione, sottoscritta anche dai miei colleghi del Pd eletti all’estero, ho chiesto in primis che il ministero autorizzi l’assunzione di personale interinale da adibire alla trattazione delle pratiche di anagrafe in giacenza e, parallelamente, di assumere iniziative per varare un piano di assunzioni di personale sia di ruolo che a contratto per adeguare gli organici delle sedi all’estero. Solo così sarà possibile superare definitivamente la logica degli interventi di emergenza”, conclude.