• 21/02/2018

 

" Abbiamo chiesto al ministro Calenda di venire a Terni il 2 marzo per due motivi: per spiegarci i contenuti dell'accordo sull'Area di crisi complessa Terni-Narni (che porterà un investimento di oltre 70 milioni di euro da parte del Governo e della Regione) e per raccontarci lo scontro con la multinazionale Embraco che sta scippando 500 posti di lavoro in Italia. L'accordo sull'Area di crisi sarà un importante volano per l'economia dell'Umbria. Si calcola che, a regime, innescherà investimenti per 600 milioni di euro che potranno creare circa 2.000 nuovi posti di lavoro". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera e candidato nel collegio uninominale Umbria 3.
" Un beneficio importante - prosegue -  per un territorio nel quale convivono situazioni di crisi, con seri problemi occupazionali, e vere potenzialità di crescita. Per quanto riguarda il caso Embraco, nel quale Calenda si è distinto per la dura presa di posizione contro l'arroganza della multinazionale, ci serve esaminarlo perché siamo convinti che le regole della globalizzazione vadano riscritte. Abbiamo assistito in varie occasioni a veri e propri ricatti verso le comunità locali e gli Stati: o mi abbassi le tasse e mi dai incentivi o me ne vado. Poi, ottenuto quello che si vuole e spremuto il limone, queste aziende se ne vanno lo stesso".
"L'Embraco - spiega Damiano -  si sposta in Slovacchia, dove i salari sono più bassi e gli incentivi più alti. Tutto questo si chiama dumping salariale e normativo. È tempo che l'Europa si svegli e cambi le regole liberiste imposte dai burocrati di Bruxelles: per troppo tempo l'UE ha fatto finta di non accorgersi del paradiso fiscale di casa, l'Irlanda, che ha dato comodo rifugio alle multinazionali che evadono le tasse. Adesso bisogna stabilire nuove regole: anche in Italia nelle imprese di grandi dimensioni va prevista la presenza di un rappresentante nei Consigli di amministrazione eletto dai lavoratori e va stabilito che l'utilizzo dei fondi europei non può essere indirizzato a fini di dumping sociale".
"Se un'azienda lascia il territorio, pur essendo in attivo, per cercare nuove ubicazioni con bassi salari e alti incentivi, deve restituire le risorse pubbliche ricevute. Noi abbiamo incontrato i lavoratori dell'Embraco e, con Calenda, continueremo a essere al loro fianco. Questa battaglia diventa simbolica per affrontare tutte le situazioni nelle quali i territori sono sottoposti a ricatto occupazionale. Vale per l'Europa, per l'Italia e per l'Umbria, che è terra di multinazionali", conclude.