• 19/05/2016

Strizzava gli occhi agli evasori

“La vera differenza fra noi e i 5S è che noi lavoriamo per fare davvero le riforme, mentre i 5S si limitano alle urla demagogiche. La proposta di legge dei 5 Stelle era solo un facile slogan populistico. Il suo vero piatto forte bocciato in Parlamento era la sanatoria di tutte le sanzioni e interessi da pagare sulle cartelle esattoriali esistenti. Un colpo di spugna che avrebbe abbuonato il 42 per cento di quanto dovuto da parte di chi non ha pagato le tasse ed è stato già scoperto dall’amministrazione finanziaria. Una sanatoria scandalosa che strizzava gli occhi agli evasori e ai tanti furbetti delle tasse che esistono in Italia. Che avrebbe avuto costi enormi (144 miliardi sui 337 miliardi di ruoli erariali che oggi Equitalia ha in carico, 321 miliardi considerando tutti i ruoli). E che, soprattutto, avrebbe dato il devastante messaggio che le tasse è meglio non pagarle, tanto potresti sempre pagarle dopo (se lo Stato se ne accorge) senza alcuna sanzione e pagando interessi ridicolmente bassi. Noi abbiamo abbassato sanzioni e interessi e abbiamo cancellato il raddoppio dei termini, ma pensiamo che i costi della riscossione non spontanea debbano essere a carico di chi non paga le tasse, e non spalmati su tutti i contribuenti. La proposta 5S inoltre prevedeva di internalizzare le funzioni di riscossione dentro l’Agenzia delle Entrate, dimenticando che l’agente della riscossione non lavora solo per lo Stato, per i tributi erariali, ma anche per altri 6.721 enti (Comuni, Consorzi, eccetera), per tutti gli altri tributi. Noi stiamo riformando l’intera attività di riscossione, una riforma cominciata con la delega fiscale (su cui i 5S si sono astenuti) e attuata con numerose norme delle due ultime leggi di stabilità e del decreto legislativo 159 del 2015. La facoltà di rateizzare i debiti è stata ampliata e portata fino a 120 rate mensili, e cioè dieci anni, per i casi straordinari, mentre per quelli ordinari le rateazioni possono arrivare fino a 72 mesi (sei anni) e, in caso di comprovato peggioramento della situazione economica del contribuente, essere prorogate per altri 72. E’ stata esclusa la pignorabilità sull’unica casa di proprietà e di residenza, limitata ai debiti superiori a 120 mila euro la possibilità di espropriazione forzata per gli altri immobili, limitata la pignorabilità su stipendi e salari, limitata a un quinto la pignorabilità sui beni strumentali d’impresa”.

Lo dichiara il deputato democratico Marco Causi.