• 22/02/2017

Ieri sera alla Camera dei  deputati è stato presentato e proiettato “Ero Malerba”, il docufilm di Toni Trupia scritto insieme a Carmelo Sardo ed ispirato alla storia di Giuseppe Grassonelli. L’evento ha fatto registrare la presenza di numerosi esponenti del mondo politico, culturale e associativo, oltre che numerosissimi intervenuti.

Abbiamo pensato di organizzare questo momento in un luogo istituzionale – ha introdotto Tonino Moscatt, parlamentare ed organizzatore dell’evento insieme agli On.li Chiara Gribaudo e Valentina Paris - perché siamo convinti che la politica e chi ha un ruolo istituzionale hanno il dovere di ascoltare le storie e non di avere la presunzione di avere solo la propria. Ascoltare le storie significa conoscere meglio il ruolo della politica, ed i contenuti del docufilm ci hanno posto dei dubbi per costruire le risposte che proprio la politica, specie su certi temi, deve dare.  È una straordinaria emozione poter condividere con i tanti partecipanti un momento cosi intenso”.

Il regista Trupia ha parlato del valore che ha avuto l’aver portato ‘Ero Malerba’ in un luogo di Stato:  “Nella vita ci sono cose molto più complesse di come ci vengono raccontate e bisogna toccarle con mano. Per noi è un punto di arrivo importante essere qui, è stato un grande privilegio poter condividere il docufilm e discuterne con gli intervenuti. Da quasi tre anni questo nome, questo personaggio, questa storia, ci stanno accompagnandoCi riempie di orgoglio e ci ripaga di tutti i sacrifici fatti fino a questo momento”.

Il giornalista Carmelo Sardo nel post proiezione ha posto un interrogativo: “Grassonelli sta pagando per quello che ha fatto, è giusto lasciarlo morire in galera?” mettendo poi al centro del dibattito il tema del ‘fine pena mai’, ovvero l’ergastolo ostativo, il 4 bis, che il Grassonelli – socialmente recuperato per l’autore di Malerba - sconta. “Siamo l'unico Paese in Europa ad aderire al vero carcere” afferma.  

Tra i presenti è intervenuto anche il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, recentemente vittima di un attentato mafioso dal quale è uscito illeso grazie all'auto blindata: “con questo film ho avuto sentimenti contrastanti, chiudevo gli occhi come faccio da un pò di tempo quando vedo certe scene. Stasera mi porto a casa una riflessione che forse durerà tanti giorni, vi ringrazio perché mi avete fatto crescere un pò di più, anche come un uomo”.

Per Chiara Gribaudo “si sta provando a promuovere una cultura, un’attenzione diversa, degli atti di  sensibilizzazione forti. Il nostro dovere, come in questa occasione, è nel riuscire a far crescere, far coltivare il dubbio soprattutto nelle nuove generazioni per cui io ringrazio chi ha reso possibile questo lavoro”. Davide Matiello, componente della Commissione di inchiesta sul fenomeno delle mafie ha parlato di “film utile perché onesto, perché sceglie con coraggio un linguaggio, un'estetica che suscita quel dubbio che interroga e – continua - credo che di questi tempi ce ne sia proprio bisogno di scelte narrative di questo tipo; che non seducono, che non impressionano, che impongono di fronte quindi alimentano la riflessione. Sono comunque temi che vanno pacatamente affrontati perché complessi”.

Per il componente della commissione Giustizia alla Camera Walter Verini, intervistato a margine dell’incontro, “non è stato un docufilm ma un vero e proprio film che mette in risalto il lato umano di   Grassonelli. Una storia che colpisce e su cui bisogna riflettere, soprattutto rispetto al tema  dell'ergastolo ostativo”.

La storia di un mafioso, ex mafioso pentito non pentito ma comunque un uomo, che ha attraversato quella stagione e che oggi per quello che dice ci fa capire quanto sia stata sbagliata quella strada”, ha poi concluso lo scrittore Gaetano Savatteri intervenendo al dibattito.