• 22/04/2015

“L’etichettatura sull’origine geografica dei prodotti è il principale strumento di contrasto dell’italian sounding, ma l’Ue fa finta di non saperlo”. Lo afferma l'on. Colomba Mongiello, vice presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della contraffazione, commentando le notizie di stampa sul ‘pilot’ aperto da Bruxelles per l’abolizione delle norme nazionali sulla ‘effettiva origine’ e sul ‘luogo di origine’.
“Il Made in Italy è il terzo brand commerciale mondiale – continua Mongiello – Parlamento e Governo italiani hanno il dovere di tutelarlo per valorizzare il lavoro di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, che oggi fronteggiano la concorrenza sleale di chi spaccia per italiani prodotti coltivati o trasformati in tutt’altra parte d’Europa e del mondo.
Il giro d’affari di questi falsari ammonta a 60 miliardi di euro, sottratti all’economia italiana non a quella francese o marocchina.
A Bruxelles dovrebbero chiedersi, piuttosto, per quale ragione l’Italia abbia deciso di muoversi autonomamente. La risposta è che le trattative comunitarie sono troppo farraginose rispetto alle evoluzioni produttive e dei mercati; a maggior ragione quando il tema, ad esempio l’etichettatura d’origine, riguarda la minoranza dei Paesi comunitari.
A Bruxelles dovrebbero capire – conclude Colomba Mongiello – che le norme sull’etichettatura d’origine sono l’unica alternativa credibile alle barriere protezionistiche e all’autarchia produttiva”.