• 11/03/2015

Oggi altre due note catene di distribuzione alimentare hanno deciso di introdurre l’indicazione della fabbrica di produzione dei prodotti italiani di cui sono committenti. Ma dal Ministero nessuna indicazione. L’etichettatura dei prodotti italiani rimane in mano alla buona volontà di imprenditori e distribuzione.

Dopo quasi un mese dal tavolo interministeriale, mancano ancora le comunicazioni del Ministero dello Sviluppo alla Commissione europea su regole precise che le aziende devono seguire in materia.

Un danno vero se si calcola che ogni anno il paese perde quasi 60 mld di euro per il falso Made in Italy venduto all’estero. Per questo chiediamo alla Ministra Guidi di dar seguito all’impegno preso: nell’anno dell’Expo, c’è da combattere la piaga dell’italian sounding per difendere il buon nome della tradizione italiana e – aspetto tutt’altro che trascurabile – migliaia di posti di lavoro legati alla sua eccellente produzione agroalimentare.

Lo hanno dichiarato Michele Anzaldi e Colomba Mongiello, deputati Pd, Commissione Agricoltura, Camera dei Deputati.