• 17/02/2015

“Le opere iniziate vanno finite: tanto più quelle, come la Nuvola di Fuksas, utili rilanciare il ruolo e l’immagine di Roma nel momento in cui la città si candida a ospitare eventi internazionali. Ma finanziarle vendendo i musei può essere una scelta miope nel medio e nel lungo periodo: esistono strade alternative e vanno cercate con l’aiuto del governo, ascoltando in Parlamento le ragioni del ministero dell’Economia e istituendo un tavolo di lavoro insieme al Comune e alle parti interessate”.

Lo dichiara il deputato Pd e Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei deputati, Michele Meta.

“Sarebbe un errore strategico – spiega il deputato romano – pensare di pagare i gioielli dell’architettura contemporanea vendendo ciò che, qualche decennio fa, rappresentò la punta di diamante dell’architettura di allora: grazie alle opere di mostri sacri come Nervi e Piacentini, Quaroni e Cancellotti, passando per Libera, l’Eur rappresenta oggi un patrimonio artistico unico. E pensare che venga utilizzato per fare cassa, prima di esaminare tutte le alternative possibili, provoca un certo scetticismo: come se Milano, di fronte alle difficoltà per completare l’Expo, decidesse di vendere i musei di Brera”.

“Esiste una soluzione – conclude l'esponente della direzione nazionale dei democratici – e va cercata con il governo, che nella partita gioca un ruolo importante: il ministero dell’Economia, infatti, controlla il 90% di Eur spa, e contemporaneamente il demanio (mai troppo generoso con la capitale d’Italia) è proprietario a Roma di parecchi immobili che, per quanto meno pregiati dal punto di vista artistico, potrebbero essere in grado di produrre risorse. Sarebbe un’operazione delicata, che avrebbe bisogno di una presa di responsabilità collettiva, ma le vie facili non esistono: esistono solo le decisioni giuste e quelle sbagliate, e una vendita frettolosa dei musei rischia di essere un errore difficilmente rimediabile”.