• 01/08/2019

“Il nulla di fatto uscito ieri dalle commissioni congiunte Affari sociali e Giustizia della Camera dei deputati sul tema dei trattamenti sanitari di fine vita ha come unici responsabili le forze di governo, che sin dall’inizio hanno scelto di lavorare su testi legislativi che avevano poco a che fare con quanto chiesto invece al Parlamento dalla Corte Costituzionale. Com’è noto, dopo la vicenda di DJ Fabo e Marco Cappato, la Consulta, prima ancora di decidere sulla legittimità costituzionale sollevata, chiese al parlamento di valutare l’eventualità di intervenire per modificare l’art. 580 del c.p. Si trattava di discutere sulla circostanza di prevedere, ad esempio, una esimente o un’attenuante, in determinate e circoscritte condizioni, per chi avesse aiutato a morire un malato affetto da patologia irreversibile”.  Lo dichiara il vice presidente del Gruppo del Pd alla Camera Michele Bordo.
“La maggioranza ha scelto, pur di non fare nulla, di parlare d’altro. Il M5Stelle ha utilizzato questa discussione - continua Bordo - per cercare di introdurre norme più spinte sull’eutanasia, mentre la Lega ha provato addirittura a riportare indietro il Paese rispetto, invece, ai fondamentali passi avanti fatti nella scorsa legislatura con la nostra legge sul fine vita, apprezzata anche dalla maggioranza degli italiani. La conseguenza di questa ennesima divisione interna alla maggioranza ha finito con il produrre una sostanziale paralisi nel lavoro delle due commissioni parlamentari competenti, tanto che fino ad oggi ancora non è stato possibile adottare un testo base su cui continuare la discussione. Tutto questo mentre si avvicina il termine del 24 settembre fissato dalla Corte Costituzionale per consentire al parlamento di legiferare sulla materia. Sarebbe davvero un fallimento per il Parlamento se non riuscisse, entro quella data, neanche ad avviare l’iter legislativo su una proposta. I legislatori non possono delegare ad altri organi costituzionali una loro prerogativa specifica. Per quanto mi riguarda il Pd farebbe bene a chiedere chiedere di calendarizzare in aula la legge e quindi di non chiudere la discussione nelle commissioni al fine di giungere quanto prima comunque ad un testo base su cui avviare una seria discussione”.