• 26/05/2020

“Crediamo alle parole del ministro Patuanelli e lo ringraziamo per aver esposto qui la situazione della siderurgia in Italia. Quella italiana è la seconda siderurgia europea, prima nell’uso del forno elettrico e nel recupero del rottame. Con più di 200.000 dipendenti diretti e indiretti e 40 miliardi di fatturato di cui oltre un terzo diretto alle esportazioni.

Un settore con imprese, tantissime italiane, che sostengono il pil e l’occupazione. Con questa emergenza Coronavirus si sono fermate diverse aziende produttrici, soprattutto nel nord, e molte delle grandi filiere di consumo dell’acciaio, dall’automotive alle costruzioni, con molti problemi.

Ora dobbiamo, infatti, difendere a livello europeo il nostro comparto dell’acciaio da quei Paesi che hanno lavorato durante il nostro arresto e che magari attuando la pratica scorretta della vendita sottocosto potrebbero invaderci con i loro prodotti durante la fase di ripresa. Dobbiamo anche più decisamente in Europa puntare sul valore della risorsa rottame. Un altro elemento importante nel settore riguarda i costi dell’energia per i quali è necessario continuare a ridurre il gap fra i costi interni e quelli dei nostri competitors europei. Abbiamo tutti gli strumenti per farlo: dalla disciplina sugli energivori (per la quale auspichiamo che venga presto portata a termine la procedura per l’attuazione delle misure per il gas), agli interconnettori, all’interrompibilità. Temi rilevanti per noi assieme al destino degli acciai di AST di Terni e dell’Ilva. Ci siamo battuti per mantenere la produzione a Taranto, convinti che si puo’ produrre rispettando l’ambiente e la salute delle persone. Occupazione, sicurezza e salute non sono in contrasto con la parola acciaio; per questo chiediamo al ministro di mettere in campo una strategia globale per la siderurgia. Ma più in generale una strategia complessiva per l’industria italiana in questa fase post covid, perché il comparto industriale rimane un elemento portante della futura prosperità di questo Paese”. Lo ha detto in Aula Gianluca Benamati, vicepresidente Pd della commissione Attività produttive di Montecitorio, intervenendo sull’informativa del ministro Patuanelli.