• 19/05/2016

interrogazione ministro Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti

“Intervenire per salvaguardare il futuro dell’Alstom Ferroviaria SPA e garantire tempi certi per l’indizione delle gare d’appalto per nuovi treni, preveder interventi per salvaguardare i posti di lavoro sul territorio nazionale e convocare al più presto un tavolo con le parti sociali e le aziende coinvolte. Lo chiede il deputato  Mino Taricco in una interrogazione ai ministri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Trasporti, firmata anche da altri quindici colleghi,  per chiarire la situazione nazionale dell’azienda Alstom Ferroviaria SPA. 

“La Alstom – spiega Taricco -  ha parlato di recente di rischio di un ‘buco produttivo e lavorativo’: se non dovesse aggiudicarsi commesse nell’ambito del bando pubblicato da Trenitalia lo scorso 31 luglio 2015 per 500 nuovi treni del trasporto regionale, si parla di circa 1.500 esuberi su 2.600 lavoratori in forza a livello nazionale. La Alstom è una delle principali realtà industriali italiane nel settore ferroviario, con 2.600 persone occupate in Italia e un fatturato di un 1 miliardo di euro.

Il sito produttivo di Savigliano è uno dei complessi di eccellenza, in piena crisi economica, è stato un caso di anomalia positiva. Attualmente però, le commesse si stanno completando e si parla di riduzioni di personale. Si è ricorsi alla cassa integrazione ordinaria per un centinaio di impiegati e, per la prima volta, si sono attivati ammortizzatori sociali. Anche se la “cassa” potrà essere attutita dalle ore accantonate con l'accordo sulla flessibilità dell'aprile 2014, lo scarico di lavoro potrebbe causare il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato (340 lavoratori all’inizio dell’estate scorsa, già scesi a 200 in autunno)”.

“Trenitalia – prosegue - è sia soggetto regolatore, in quanto promotore delle gare, sia soggetto coinvolto nella gestione del servizio di trasporto pubblico locale. Le gare di fornitura di treni generano effetti dopo alcuni anni dall’avvio della gara. Quindi, le iniziative di questa stagione produrranno effetti dal 2019. Le prospettive del settore, dello stabilimento di Savigliano, di tutti gli altri stabilimenti italiani del gruppo (Bologna, 580 dipendenti, 1.000 con l’indotto, e Sesto San Giovanni, 400 addetti) e di tutte le aziende con unità produttive sul nostro territorio, sono legate ai tempi con cui si dipanerà la situazione, con il rischio di pesanti ripercussioni occupazionali e di un prevedibile effetto domino sul settore e sui territori interessati. Chiediamo dunque l’intervento del Governo affinche questa questione venga risolta nel migliore dei modi”.