• 16/03/2017

“La legge sul biotestamento approvato dalla Commissione Affari sociali ha il grande pregio di essere pienamente conforme alla Costituzione e rispettoso del principio di laicità. Rifiutando la logica del perfezionismo giuridico, consente a ciascuno di determinare la propria esistenza senza essere costretto a subire trattamenti sanitari contro la propria volontà. Per questo il Pd voterà per respingere le pregiudiziali di costituzionalità”. Lo ha detto Enzo Lattuca, deputato del Pd e componente della commissione Affari costituzionali della Camera, durante la dichiarazione di voto sulle pregiudiziali di costituzionalità al testo unico in materia di consenso informato e dichiarazioni anticipate di volontà nei trattamenti sanitari.“Gli stessi articoli della Costituzione richiamati da chi si oppone all'approvazione di questa legge - prosegue Lattuca - esigono un intervento legislativo in materia. Non vi è infatti alcun ragionevole dubbio nel ritenere che il principio dettato dall’art. 32 della Costituzione si traduca nel diritto del paziente del pieno possesso delle proprie facoltà intellettive di rifiutare un qualsiasi trattamento sanitario. Con questa legge, finalmente, si disciplina il consenso informato dopo decenni nei quali per via amministrativa e giurisprudenziale tale istituto è entrato nella pratica del rapporto tra medico e paziente. Ma quando il paziente si trova nella condizione, reversibile o irreversibile, di incapacità di intendere e di volere, il nostro ordinamento non consente condizioni di eguaglianza e di effettività di quanto previsto dall’art 32. Con questa legge si introduce la possibilità di proiettare nel futuro le proprie dichiarazioni anticipate di trattamento. Si colma così una lacuna ormai unica tra i Paesi contraenti le stesse convenzioni internazionali sopra citate. Con questo provvedimento a ben vedere si fa vivere fino in fondo quanto previsto dalla Costituzione. E cioè: il diritto alla vita e il diritto alle cure che mai può trasformarsi in un ‘dovere coercibile di vita o di cura’ (Flick); il rispetto della dignità umana, che non può che passare dal principio di autodeterminazione della persona; il diritto alla libertà personale che si sostanzia in diritto all’intangibilità del proprio corpo e della propria integrità fisica. Infine, è davvero difficile pensare alla configurazione di un diritto all’obiezione di coscienza del personale medico rispetto a condotte omissive, ovvero di fronte alla legittima pretesa del paziente di non essere sottoposto a cure non desiderate. Mi rendo conto della sensibilità della materia che stiamo affrontando. Ma credo che, arrivati a questo punto con colpevole ritardo, non possiamo sottrarci dalla responsabilità di legiferare con cautela, lucidità e senza indugio”.