• 15/01/2015

La fine del segreto bancario in Svizzera e l'accordo di scambio sulle informazioni bancarie e finanziarie fra l'Italia e la Confederazione elvetica sono eventi che non è esagerato definire storici: cambiano in modo radicale lo scenario in cui tanti italiani hanno, negli scorsi decenni, fatto le loro scelte di investimento finanziario, anche in relazione alle loro posizioni fiscali in Italia”. Lo dichiarano Marco Causi, capogruppo Pd in Commissione Finanze alla Camera e primo firmatario del disegno di legge sul rientro dei capitali dall’estero, e Giovanni Sanga, componente Pd della Commissione Finanze e relatore della stessa legge.

“Il nuovo scenario – spiegano Causi e Sanga - è ormai chiaro: sarà sempre più difficile sfuggire alla tracciabilità dei movimenti finanziari, conviene al contrario fare emergere i capitali portati all'estero e aderire al procedimento di ‘dichiarazione volontaria’ (voluntary disclosure) approvato dal Parlamento Italiano nel mese di dicembre”.

“L'accordo fra Italia e Svizzera – continuano i due deputati democratici - è stato possibile grazie alla legge sul rientro dei capitali, voluta dal Partito Democratico, e grazie all'impegno del Governo, che è riuscito a chiudere nel giro di poche settimane le trattative, lavorando anche durante le vacanze invernali”.

“L'obiettivo – proseguono Causi e Sanga - è la trasparenza finanziaria, poichè la voluntary disclosure non è un condono ed è nominativa. Essa porterà anche risorse aggiuntive al bilancio pubblico, che potranno essere messe in campo per rafforzare gli interventi di sostegno alla crescita economica”.

“Ma soprattutto, viene oggi offerta a tanti italiani la possibilità di un nuovo patto con lo Stato, e l'occasione di utilizzare le somme oggi dormienti all'estero, dopo averle regolarizzate, per contribuire alla svolta del Paese fuori dalla recessione per un nuovo ciclo di crescita economica”, concludono Marco Causi e Giovanni Sanga.