• 06/08/2015

Sull’attuazione della delega fiscale in merito alla revisione delle sanzioni “si sta generando un allarme del tutto infondato e strumentale”. E’ quanto afferma Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, che spiega: “L’aumento delle soglie che escludono il processo penale riguarda illeciti meramente dichiarativi e residuali, già oggi puniti con pene minime, e non certo le vere e proprie frodi fiscali per le quali anzi le pene sono state rafforzate”. La filosofia dell’intervento, insiste l’esponente del Pd, “è quella di colpire con rigorose sanzioni penali le condotte artificiose, fraudolente e simulatorie e punire invece con sanzioni amministrative gli illeciti minori. Del resto, anche a seguito di una verifica compiuta presso le procure, è emersa la richiesta da parte dei magistrati di deflazionare il contenzioso tributario dando così modo di concentrare l’azione di contrasto sui reati più gravi di evasione fiscale”.

In tal senso il parere approvato ieri in commissione Giustizia-Finanze, che “tiene conto anche di quanto sostenuto dagli esperti – puntualizza Ferranti – nel corso di un seminario svolto il 27 luglio”, chiedendo diverse correzioni al testo rende ancora più stringente il dispositivo antievasione: da un lato infatti amplia lo spazio incriminatorio della simulazione e assorbe le sottofatturazioni tra i mezzi fraudolenti, dall’altro prevede aggravanti nel caso di omesse dichiarazioni o versamenti di ritenute o Iva non giustificati da crisi aziendale, rafforza le sanzioni penali al di sopra della soglia di punibilità e rende più cogente la confisca.