• 10/11/2016

“Il senatore Gasparri, con le sue dichiarazioni in merito alla vicenda dei fucilati per mano amica della Grande Guerra, rivela almeno tre gravi mancanze. La prima è che dimostra di non conosce la legge di cui vuole parlare, cioè il provvedimento approvato alla Camera, che non prevede affatto la riscrittura della storia ma la riapertura d'ufficio dei processi per appurare se la pena di morte risulta giustificata dal reato ascritto al militare o applicata semplicemente per dare l’esempio, come pretendeva la circolare Cadorna. Per quanti tra loro verranno ritenuti vittime ingiuste della pena capitale, la riabilitazione sarà un atto conseguente di civiltà giuridica, coerente con i valori e i dettami del nostro ordinamento ed emesso dalla stessa magistratura militare. Il secondo errore è nell'attribuire al Senato una saggezza che implicitamente, secondo lui, la Camera intera non possiede, visto che qui abbiamo approvato all'unanimità il provvedimento di cui sono stato Relatore. Questa esternazione non solo è supponente ma è anche gravemente lesiva della qualità del lavoro svolto in questo ramo del Parlamento. In terzo luogo, sul piano politico, si assume delle responsabilità con un bullismo doppiamente fuori luogo: da un lato contraddice i colleghi di partito che alla Camera, per l'appunto, hanno approvato il provvedimento, dall'altro si assume un ruolo di arbitro senza essere parte della maggioranza che in questo momento governa il Paese e che ha la responsabilità in prima battuta di approvare le leggi. Una dichiarazione improvvida, che stupisce e che si giustifica probabilmente solo con la voglia da parte di Gasparri di sostenere la riforma Costituzionale che prevede un Senato con nuovi compiti”.

Così Giorgio Zanin, deputato Pd e relatore alla Camera del provvedimento approvato alla unanimità sulla riabilitazione dei soldati decimati durante la Guerra Guerra per decisione dei loro superiori.