• 24/02/2016

"Un conto è la necessità di razionalizzare costi e servizi, ben altra cosa è la perdita dell'identità culturale dei Comuni e la cancellazione - con un colpo solo - di un bagaglio enorme fatto di identità e tradizioni millenarie". Lo dice Magda Culotta, sindaco di Pollina e deputato del Pd, intervenendo sul dibattito legato alle fusioni tra Comuni. "Comprendo lo spirito - aggiunge Magda Culotta - ma non condivido la proposta del collega Lodolini. Da sindaco, chiamato da cinque anni e mezzo ad amministrare una piccola comunità, mi rendo conto di quanto sia difficile e per certi versi anche impensabile un percorso di questo tipo. Intanto perché si fa già una fatica enorme a rispettare i tempi obbligatori dettati dalle norme vigenti in materia di servizi associati. E poi perché, anche se non esplicitamente detto nella proposta di legge, la cancellazione di tanti piccoli comuni rappresenterebbe una perdita di identità per tutti quei cittadini che vivono in realtà piccole ma piene di storia, di cultura e di tradizioni. La diversità, soprattutto nella storia del centrosinistra, ha sempre rappresentato un punto fermo e una ricchezza su cui investire. In un Paese fatto di tante periferie e aree interne, in cui si razionalizza tutto - uffici postali e bancari, ospedali, tribunali, giudici di pace, agenzie di riscossione, caserme di carabinieri - rischiamo di dare un colpo mortale alle piccole comunità, accelerando l'emorragia e la fuga di abitanti che sta portando a un lento ma inesorabile spopolamento". Altra è invece - per Magda Culotta - la bontà del percorso che, ad esempio, si sta portando avanti nelle 23 aree interne del Paese con sistemi di convenzione o con le unioni dei comuni che "mettono insieme funzioni precise e si danno una governance regolata. Ed è questa, a mio avviso, l'unica strada percorribile con l'intento di rispondere ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità, con l'impegno parallelo di trasformare, in poco tempo, il disegno di legge Borghi - Realacci in legge, così da valorizzare i piccoli comuni, e dare maggiore sostegno ai tanti piccoli ma grandi, campanili italiani".