• 28/02/2017

Irricevibili attacchi di Brunetta a Ferranti   

“La questione della partecipazione dei magistrati alla vita politica del Paese non può essere affrontata in chiave demagogica né punitiva. Il capogruppo di Forza Italia Brunetta, invece, la tratta come una faccenda da bar. Brunetta è troppo esperto per non sapere che l'ordine del giorno dei lavori in Aula  nasce dal confronto tra i capigruppo e la Presidenza in base all'urgenza dei temi. In questi mesi tale proposta non è mai stata una priorità per Forza Italia. Ora lo è diventata, ne prendiamo atto”.

Lo dice il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Walter Verini, relatore alla Camera del provvedimento riguardante candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati in occasione di elezioni, già approvato dal Senato.

“Qui alla Camera abbiamo da tempo concluso la discussione di merito e siamo pronti per dare i pareri sugli emendamenti. IL Pd è pronto ad approvare la norma non appena il provvedimento sarà calendarizzato in Aula. Si tratta di un testo complesso che interviene su questioni sensibili e che deve contemperare interessi e diritti differenti: quello attuale stabilisce che durante il mandato elettivo e durante lo svolgimento di incarichi di governo il magistrato deve obbligatoriamente trovarsi in aspettativa, in posizione di fuori ruolo. Il ricollocamento può avvenire solo nel ruolo di provenienza e per cinque anni esclusivamente in funzioni giudicanti collegiali, escludendo incarichi direttivi o semidirettivi. La proposta di legge esclude l'esercizio delle funzioni giudiziarie nella regione interessata dalla presentazione della candidatura e amplia, anzi, tale limite. Il magistrato candidato e non eletto alle elezioni amministrative è ricollocato nel ruolo di provenienza, con vincolo di esercizio per cinque anni di funzioni giudicanti collegiali. Per altrettanti anni non potrà essere assegnato ad un ufficio del distretto di corte d'appello con competenza sul territorio della provincia o del comune nel quale ha presentato la candidatura né ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi. La discussione in Commissione è avvenuta senza la benché minima interferenza di alcuno, tantomeno della presidente Ferranti. Gli attacchi di Renato Brunetta nei suoi confronti sono immotivati e irricevibili. Come suo costume, la presidente Ferranti ha svolto il suo ruolo in maniera competente e imparziale, affidando il mandato di relatore al capogruppo Pd che non è né magistrato né avvocato”, conclude Verini.