• 09/09/2019

Intervenendo in aula sulla fiducia, il deputato del Pd Piero Fassino ha rimarcato  la svolta riformatrice che il nuovo governo intende imprimere all’Italia

 

“L’apertura di una nuova fase,  volta ad imprimere una svolta riformatrice all’Italia,  ripetutamente  sottolineata nel discorso del presidente Conte,  significa in primo luogo voltare pagina nel nostro  rapporto  con l’Unione europea.” Cosi’ Piero Fassino, intervenendo in Aula alla Camera nella discussione generale sulla nascita del nuovo governo, ha evidenziato che “l’Europa non è il nostro nemico, come per un anno e mezzo esponenti del governo precedente hanno cercato di far credere agli italiani. “. Per Fassino “l’Unione europea vive un passaggio delicato , sta uscendo da un decennio di crisi che ha lasciato profonde ferite  sociali e incrinato il rapporto di fiducia di una parte dell’opinione pubblica. Ora questa Europa – ha aggiunto l’esponente del Pd -  ha bisogno di una profonda revisione delle sue politiche”. Per Fassino “occorre mettere l’Unione nelle condizione di parlare con una sola voce e agire con una sola mano rafforzando la capacità di esprimere una effettiva politica estera  e di sicurezza comune anche superando il meccanismo di decisione all’unanimità. Cosi come va completato il processo di unificazione del continente con l’integrazione dei Balcani”.

“Insomma, ha rimarcato Fassino -   la strada da intraprendere  è esattamente il contrario del sovranismo , del ripiegamento nei soli confini nazionali, della chiusura neo nazionalista e neo protezionista. Ce lo dicono  proprio le drammatiche vicende dell’immigrazione. Si è per un anno e mezzo   detto agli italiani – ha proseguito -  che l’Europa lasciava sola l’Italia ma a lasciar sola l’Italia non è stata Bruxelles. A lasciar sola l’Italia sono stati i governi di Budapest, di Praga, di Varsavia, di Vienna che si sono rifiutati di adottare i criteri che erano stati stabiliti dalla Commissione per la redistribuzione dei migranti, cosi come si sono rifiutati nel Consiglio europeo quei governi di adottare la riforma del regolamento di Dublino che era stata approvata dal parlamento europeo.” Fassino ha infine sottolineato che “la ripresa di un impegno forte per una effettiva politica europea dell’immigrazione  passa non per il conflitto con la Commissione ma, al contrario, per un sostegno forte del nostro pese all’obiettivo indicato dal presidente von der Leyen .” “La sfida – ha osservato ancora Fassino -  non è fare da soli , in una velleitaria esibizione di muscoli, ma essere protagonisti di una rifondazione  ideale e politica dell’Unione europea concorrendo   con le nostre politiche agli ambiziosi obiettivi che la presidente della Commissione ha indicato . Il che  non significa negare gli interessi nazionali, ma essere consapevoli che quegli interessi si difendono e si affermano non con il conflitto ma con la costruzione insieme agli altri nostri partener di soluzioni in cui i cittadini possano riconoscersi. “