• 17/03/2015

«L'inchiesta in corso chiarirà se effettivamente ci sono state utilità indebite da parte di uomini di governo e alti funzionari del Ministero». Lo scrive l’On Roberto Morassut in una nota.

«Se questo fosse alfine confermato – spiega – sarà un fatto grave e che fa pensare che forse in quelle stesse stanze in cui si scambiavano favori, si negava poche settimane fa una proroga di pochi mesi per migliaia di sfrattati italiani, proroga richiesta da un atto del Parlamento. Nel frattempo, tuttavia, non si può non rilevare che questa ennesima inchiesta deve aprire una riflessione sul fatto che il mercato delle grandi opere in Italia è caratterizzato da bassa trasparenza, bassa qualità e zero competitività».

«Gli attori che operano sul mercato – continua Morassut – formano una oligarchia di soggetti spesso impreparati e che non garantiscono affatto né tempi certi né risultati apprezzabili.
Sono passati 15 anni dalla introduzione della Legge Obiettivo ed è tempo di una riflessione.
Così come è tempo di mettere mano ad una organica revisione del Codice degli Appalti, un testo ormai compromesso da troppi aggiustamenti frammentari e disorganici nel corso degli anni».

«In pochi mesi – conclude – siamo passati dalle gravi inchieste giudiziarie di Milano, Venezia e Firenze, alla infrazione europea e alle dure osservazioni dell'Anticorruzione sulle concessioni autostradali.
C'è materia per una riflessione di fondo alla quale – a prescindere dalle dirette responsabilità o meno su questa specifica vicenda – chi dirige questo strategico settore dell'attività del Governo non può sottrarsi».