• 22/06/2017

“Ho sollecitato in aula alla Camera la risposta all’interrogazione che ho presentato il 21 marzo al Ministro dell’Interno Minniti, nella quale chiedevo rassicurazioni circa il percorso che avrebbe portato alla chiusura dei due hub di Bagnoli e Cona. Il Ministro ha più volte promesso, anche parlando direttamente coi sindaci, che le due basi sarebbero state svuotate ma sono passati mesi ed il numero di migranti ospitati è pressoché immutato. Anzi, proprio ieri il sindaco di Bagnoli mi ha riferito che sono arrivati altri 30 richiedenti asilo. Con l’estate alle porte, le condizioni di permanenza negli hub iniziano a diventare critiche e la tensione che si respira nei due paesi per una situazione di “sovraccarico” che permane da più di un anno è alta.
Nella mia interrogazione chiedevo se esiste una ragionevole e rassicurante previsione dei tempi necessari per distribuire, con i nuovi criteri proposti dal Ministero dell'interno, i circa 2000 migranti presenti a Bagnoli e Cona nel territorio di altri comuni, con la proporzione di 2,5 migranti ogni 1000 abitanti. Lo stesso presidente dell’ANCI Antonio Decaro, un paio di mesi fa, ha dichiarato: “A Cona, un Comune di tremila abitanti, i migranti ospitati sarebbero stati nove, non mille. Se l’accordo Anci-Viminale fosse stato già siglato, l’integrazione di nove migranti sarebbe stata più che sostenibile”.
Spero che dal Ministro arrivi presto una risposta, non tanto alla mia interrogazione, quanto all’emergenza che i due comuni stanno vivendo. Svuotare le basi di Bagnoli e Cona distribuendo i migranti in concentrazioni più piccole consentirebbe un miglioramento della vita in primis dei richiedenti asilo, ora ammassati in uno dei più grandi concentramenti d’Italia, e sicuramente anche dei residenti dei due paesi, che si sono trovati dentro una situazione che in alcuni casi è degenerata in proteste e disordini proprio per la mancanza di segnali da parte dello Stato. Non possiamo permetterci che tutto ciò peggiori ulteriormente”. Lo dichiara la deputata dem Giulia Narduolo.