• 24/03/2015

"Mi auguro che la sentenza della Cassazione relativa all'obbligo per i gestori degli impianti di risalita di pagare l'Imu sugli impianti a fune sia una svista sulla quale è necessario un immediato intervento che chiarisca la situazione”. Lo dichiara Enrico Borghi, capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera nonché presidente dell'Intergruppo parlamentare per la Montagna a seguito della sentenza della Cassazione riferita al ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro la società Funivia Arabba Marmolada - Sofma Spa.

“Si tratta  - spiega Borghi - di una sentenza che condannerebbe la montagna a pagare l'ennesima volta un'imposta ingiusta, negando la funzione di natura pubblica degli impianti. Metterebbe in ginocchio centinaia di imprese del comparto della neve, e aprirebbe la strada all'abbandono di numerosi territori in quota".

"La sentenza - evidenzia Borghi - ci preoccupa per diversi motivi. Obbligare a pagare l'Imu sugli impianti a fune, definiti di arroccamento e legati al comparto del trasporto pubblico,  crea un precedente pericoloso per tutto il sistema montagna italiano. Molti sindaci hanno già richiamato, nelle ultime ore, l'assurdità della sentenza accostando gli impianti a fune alle rotaie delle ferrovie. Di certo, lo Stato non farebbe  mai pagare l'Imu sui binari. Secondo i giudici, infatti, nel caso di un impianto di risalita ‘funzionale alle piste sciistiche’ non sussiste il presupposto del classamento catastale come "mezzo pubblico di trasporto". "Impropriamente - prosegue Borghi - viene scritto nella sentenza che l'impianto di risalita svolgerebbe una funzione esclusivamente commerciale di integrazione delle piste da sci e non sarebbe ipotizzabile, nemmeno parzialmente, un suo utilizzo come mezzo di trasporto pubblico. Così non è per moltissime Regioni che considerano gli impianti a fune assimilati al trasporto pubblico, come è corretto".

"Come Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna ci attiveremo immediatamente per un chiarimento e per evitare che la sentenza blocchi di fatto l'intero comparto della neve, già colpito più di altri dalla crisi economica. Non abbiamo certo bisogno di ulteriori imposte, piuttosto di sgravi fiscali e burocratici. Siamo lavorando in questo senso e nei prossimi mesi, d'intesa con le associazioni di categoria e del sistema turistico alpino e appenninico, intensificheremo i nostri sforzi", conclude Enrico Borghi.