• 26/06/2014

“I dati contenuti del rapporto Istat-Cnel sul benessere economico e sociale per il 2014 fotografano ulteriormente la grave situazione di disagio di un'intera generazione”. Lo dichiara Simona Malpezzi, deputata del Partito Democratico e componente della commissione Cultura alla Camera.

“Se tra il 2011 e il 2013 – spiega Malpezzi - sono migliorati quasi tutti gli indicatori su istruzione e formazione in Italia, non solo la crescita è ancora lenta ma i livelli di competenza, sia alfabetica che numerica, continuano a collocare il nostro Paese lontano dalla media dei Paesi Ocse. L’aspetto tuttavia più preoccupante riguarda l'incremento della generazione ‘neet’: i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano nel 2013 sono aumentati raggiungendo il 26%, più di 6 punti percentuali al di sopra del periodo pre-crisi. E tra i neet aumentano i disoccupati: erano 34,1% nel  2011, diventano il 42,2% nel 2013 (+8%)“.

“Si tratta – continua la deputata democratica – di cifre preoccupanti. Tali da rendere urgenti soluzioni che devono necessariamente partire dalla scuola e, nello specifico, dalla lotta alla dispersione scolastica anche attraverso il rafforzamento delle buone pratiche di percorsi di studi professionalizzanti e qualificanti. Sono, per questo, sempre più convinta delle necessità di potenziare l'alternanza-scuola lavoro attraverso una riforma del sistema della formazione professionale che promuova ulteriormente la sinergia tra aziende, territori e formazione”.

“L'apertura delle scuole al territorio – prosegue Malpezzi - e la contaminazione tra capacità e attitudini dei ragazzi e competenze da sviluppare per incontrare il mercato del lavoro è la premessa da cui partire. I modelli a cui guardare sono quelli già sperimentati con successo in alcune regioni italiane, oppure quello duale tedesco, che fa registrare la disoccupazione giovanile più bassa d'Europa, e che è stato imitato dalla Provincia di Bolzano, in cui le aziende sostengono parte dei costi della formazione professionale e partecipano in modo attivo alla formazione degli studenti che riescono poi ad inserirsi per il 98% nel mercato del lavoro”.

“Partiamo allora con coraggio da qui, mettendo a confronto le buone pratiche per rafforzare il sistema professionalizzante e consentire ai nostri ragazzi vere opportunità”, conclude Simona Malpezzi.