• 26/10/2017

“Il voto degli Italiani all’estero, che la Costituzione riconosce e che qualcuno vorrebbe abolire o inficiarne l’attività di godimento, è lo strumento principe per far sentire all’Italia la voce di quest’altra Italia oltre confine. Alle istituzioni,  l’obbligo di perfezionarne le procedure per raggiungere gli interessati a partecipare alla vita pubblica italiana, per non disperdere il loro valore aggiunto nella promozione del ‘sistema Italia’ all’estero”. Lo dichiara il deputato Pd Alessio Tacconi che spiega “Il Rapporto ‘Italiani nel Mondo 2017’della Fondazione Migrantes dice che sono quasi cinque milioni gli Italiani residenti all’estero e iscritti all’A.I.R.E,  oltre l’8% del totale dei residenti in Italia, con un aumento, nel solo 2016, di 124.000 unità.

Molti commenti al Rapporto si sono soffermati sul depauperamento delle risorse umane che provoca questa mobilità. Ma una politica lungimirante non deve solo arginare questa emorragia ma, al contempo, trasformare in risorsa la presenza degli Italiani nel mondo. E in una realtà globale sempre più mutevole le risposte di politica e amministrazione dovranno essere veloci.  La stessa anagrafe AIRE dimostra tutta la sua staticità, tanto che molti connazionali non la utilizzano, rinunciando al diritto di voto. Ne dobbiamo dunque fare uno strumento vivo, di supporto e sviluppo. Dal punto di vista fiscale, poi, va facilitato, in entrambe le direzioni, il godimento dei diritti e dei servizi assistenziali e pensionistici e si deve procedere lungo la strada delle agevolazioni fiscali e tributarie. Se si vuole veramente guardare al futuro, l’attore principale rimane la nostra rete consolare, ridimensionata con la chiusura di numerose sedi. Necessario poi il coinvolgimento delle nostre collettività all’estero. Infine, i parlamentari eletti nella circoscrizione estero hanno fatto finora quello che era lecito aspettarsi nel contesto, soprattutto economico, ma molto di più potranno fare se almeno uno di loro sarà investito in futuro di un qualche ruolo nelle sedi decisionali della politica”.