• 28/01/2016

“L’eventuale rilevamento di Italtel da parte della società pugliese Exprivia sarebbe la giusta soluzione per il rilancio dello storico gruppo italiano del settore delle telecomunicazioni?”. E’ quanto chiedono il deputato Pd Vinicio Peluffo e il senatore del gruppo Per le Auonomie-Psi-Maie Luis Alberto Orellana con un’analoga interrogazione a risposta in commissione, al ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, depositata stamane rispettivamente alla Camera e al Senato.

“Secondo quanto riporta la stampa – spiegano - Italtel, che vanta quasi cent’anni di storia, dopo essere stata oggetto degli interessi di alcune imprese estere, tra cui l’indiana Tech Mahindra, potrebbe essere rilevata da Exprivia, società quotata a Piazza Affari, specializzata nella progettazione e nello sviluppo di tecnologie software nonchè nella prestazione di servizi Ict e nata nella provincia di Bari dalla fusione di AlSoftw@re e Abaco Information nel 2005”. “Però – proseguono i parlamentari – viste le prospettive di crescita dell’azienda e gli sforzi di riqualificazione finora fatti, l’Italtel meriterebbe di beneficiare del sostegno della Spa salva imprese, cioè la società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione di imprese italiane in temporaneo squilibrio patrimoniale e finanziario ma con buone prospettive industriali ed economiche, che il governo ha deciso di costituire già un anno fa. L’estate scorsa, a nostra specifica interrogazione sui tempi di costituzione della suddetta società di gestione di un fondo di rotazione, il ministero dello Sviluppo economico aveva risposto che, raccolte le manifestazioni di interesse da parte degli investitori, stava lavorando alla costruzione del management team e della struttura di governance della società. Ebbene a che punto è oggi la costituzione della Spa salva imprese? Il fondo investirà nell’acquisto di una quota di capitale di Italtel? A quanto potrebbe ammontare la quota?"
"E questa eventuale prospettiva di investimento sarebbe in conflitto con le dichiarate prospettive di vendita ad altre società private italiane o estere?”, concludono Peluffo e Orellana.