• 11/01/2017

La sentenza della Consulta ci evita uno scontro di tipo ideologico con la testa rivolta al passato

"La Corte Costituzionale si è pronunciata in merito all'ammissibilità dei referendum abrogativi sul Jobs Act. Come molti tra giuristi ed esperti avevano previsto sono stati considerati in senso positivo i quesiti sui voucher e sui subappalti mentre è stato rigettato quello sull'articolo 18. Saranno le motivazioni a chiarire nel dettaglio le ragioni di questa sentenza, probabilmente legate alla natura plurima e manipolativa del quesito sui licenziamenti, ma già oggi è possibile una riflessione sulle conseguenze politiche che essa produce". Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni. 

"Intanto - continua -  all'indomani della discussione sulle mozioni di sfiducia nei confronti del Ministro Poletti al Senato, si dimostra l'infondatezza di una serie di polemiche sulla presunta volontà del Governo di andare ad elezioni presto 'per evitare il referendum sull'articolo 18'. La conclusione della legislatura e l'eventuale scioglimento anticipato delle Camere sono, come detta la Costituzione, nelle mani del Presidente della Repubblica e saranno semmai legati all'esistenza o meno di una maggioranza in grado di sostenere l'azione del Governo Gentiloni. 
Gli altri due quesiti riguardano punti assai più specifici del Jobs Act e meritano una riflessione per verificare se in Parlamento ci sono - come credo - le condizioni per superare le criticità e i limiti che si sono manifestati in questi primi anni di attuazione della riforma".

"Favorire la crescita è indispensabile ma non è di per sé sinonimo di aumento dell'occupazione. La sentenza della Consulta ci evita uno scontro di tipo ideologico con la testa rivolta al passato. Ma ci obbliga ad un impegno serio di riflessione e di confronto tra tutti i soggetti interessati e per definire e sperimentare norme e politiche capaci di coniugare davvero competitività e diritti. Non è tutto nelle mani della politica - conclude - ma il Pd può e deve misurarsi in Parlamento e nella società con questa sfida, riallacciare su questo terreno un dialogo con chi cerca un lavoro dignitoso e con chi è disposto a rischiare per crearlo".