• 30/04/2015

“Dobbiamo mettere fine alla stagione dei Gattopardi e dei ricatti e assicurare governabilità. È stato detto che il Pd ha passato le colonne d'Ercole. Bene, se passare le colonne d'Ercole significa andare oltre il mondo conosciuto in nome di quel coraggio che porta a decidere per trovare soluzioni migliori, allora certo che decidiamo di navigare, di osare e di non fermarci. Perché le colonne d'Ercole sono lì per determinare la capacità degli uomini di ampliare gli orizzonti”. Lo ha detto Alan Ferrari, deputato del Pd componente della commissione Affari costituzionali, durante la dichiarazione di voto sulla fiducia alla legge elettorale.

“Questa legislatura - ha proseguito Ferrari - è nata con uno scopo preciso: fare le riforme ferme da due decenni. Il punto avanzato di sintesi votato al Senato anche da Forza Italia, che oggi ha il coraggio di parlare di Legge Acerbo e di gridare al fascismo, è la dimostrazione dello spirito di apertura al dialogo. L’accusa principale dell’introduzione di un sistema presidenzialista senza i dovuti contrappesi manca di qualsivoglia fondamento. Il presidenzialismo prevede un esecutivo affidato a un presidente della Repubblica espresso dal corpo elettorale e non soggetto al rapporto di fiducia con il Parlamento. Dopo questa legge continueremo invece ad avere un presidente del Consiglio che dovrà avere la fiducia della Camera e un presidente della Repubblica con le stesse prerogative di oggi. Le garanzie parlamentari aumentano, se è vero come è vero che nella riforma costituzionale abbiamo elevato il quorum necessario per l’elezione del capo dello Stato proprio per impedire che un solo partito possa decidere l’elezione della più alta carica istituzionale. Il ballottaggio, poi, oltre ad essere da sempre al cuore della proposta dei democratici, richiama il modello in vigore nei Comuni: un modello che ha dimostrato di funzionare garantendo pluralità e capacità di decisione. La legge elettorale, al pari delle riforme costituzionali, non sono le priorità di questo paese in senso stretto – ha concluso Ferrari -, ma rappresentano la precondizione assoluta di operatività di qualsivoglia esecutivo. Non si può governare in un sistema legislativo imbrigliato”.