• 02/10/2018

“I frutti dell’alleanza di governo tra Lega e M5S non si limitano al reciproco sostegno in una manovra che scardina i conti dello Stato e mette a serio rischio il futuro delle giovani generazioni. Con la proposta di legge Molinari sulle partecipazioni pubbliche nelle aziende casearie, la Lega cerca anche di evitare alla sindaca Raggi l’ennesima figuraccia per manifesta incapacità”. Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, a proposito della pdl Molinari sulle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche nelle aziende lattario-casearie.

“Ufficialmente – spiega – la proposta di legge Molinari mira ad annullare gli effetti della riforma Madia rispetto all’obbligo per gli enti locali di cedere, entro il 30 settembre, partecipazioni in aziende di produzione e trasformazione nel settore lattiero caseario. Casi di questo tipo si contano sulle dita di una mano, quindi già porre la questione di urgenza è singolare. Ma l’anomalia riguarda la tesi a sostegno della pdl, che nasconde ben altro intendimento. Molinari utilizza il caso della Centrale del Latte di Brescia Spa, dove il Comune ha richiesto e ottenuto nel 2017 dal governo e dalla Corte dei Conti la totale esclusione delle disposizioni previste dalla legge Madia in materia di partecipate.  Sulla base di quanto avvenuto a Brescia, la pdl prevede di allargare questa ‘deroga’ a tutte le aziende lattiero-casearie partecipate. Il richiamo alla centrale bresciana appare però, oltre che arbitrario, pretestuoso. E non solo perché la possibilità di deroga è già prevista dalla riforma Madia. La Centrale del latte di Brescia è una azienda sana, e il Comune ha la possibilità di reinvestire i proventi derivanti dalla partecipazione a vantaggio della comunità. Il caso romano è assai diverso, si tratta di una azienda in perdita e, per il solito miscuglio di incapacità e indecisione, l’amministrazione Raggi non ha ceduto le quote che il Campidoglio detiene della Centrale del Latte di Roma, che dovevano essere liquidate entro il 30 settembre del 2017. In questo modo, si continua a perpetrare una situazione di inefficienza e alle casse comunali sono mancati diversi milioni di euro che probabilmente alla città, alle sue buche e ai servizi carenti, forse sarebbero serviti ”.

“Per salvare la Raggi dall’ennesima figuraccia, ora la proposta della Lega, di cui oggi la maggioranza ha approvato anche l’iter accelerato, rischia di tenere in vita un sistema che ha fin qui  rappresentato un motivo di sperpero del denaro pubblico. Per anni Di Maio ne ha parlato come di un ‘problema nazionale’. Una volta al governo, né per lui, né per la Lega, lo è più”, conclude.